 Con gli occhi a mandorla The call Estate 2004
di Oriana Maerini THE CALL di Takashi Miike, Giappone
Segnaliamo questo ennesimo horror post tecnologico che prende le mosse dal plurimo “The ring”. È un dejà vu che ripropone morale e colpi di scena già sperimentati da pellicole precedenti (the Ring, the Phone) usando il solito trucco del telefono demoniaco che squilla a vuoto. Peccato, perché il regista (Takashi Miike) è un maestro giapponese che è stato nominato dal Time Magazine fra i dieci migliori giovani registi del momento, e dal quale ci aspettavamo di meglio. Il film parte bene perché la storia del cellulare che annuncia la morte dei possessori fa veramente paura. Il terrore è seminato, in una comunità di studenti, attraverso misteriosi morti annunciate via filo dalla stessa voce delle vittime. La prima reazione dei ragazzi è che si tratti di uno scherzo, ma via via le coincidenze cominciano ad essere troppe e il cerchio degli annunci di morte via cellulare si allarga… Questa suspence cattura il pubblico e tiene alta la tensione, ma nel seguito il film si trasforma in un thriller talmente improponibile da diventare persino ridicolo. La trama si ingarbuglia, portandoci sulla strada dei maltrattamenti ai minori (Yumi la protagonista ha subito violenze dalla madre) e sviando l’attenzione e la comprensione. Alla fine il cellulare che squilla è solo un particolare fra i molti cadaveri che resuscitano, corpi che si contorcono e esorcismi televisivi… Visti i risultati di quest’ennesima versione, speriamo che la saga dei cellulari assassini si concluda qui.
Giudizio: *
(Mercoledì 1 Settembre 2004)
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