 Comparazione di generi La paura viene da Oriente A Udine grazie al Far East 7
di Roberto Leggio Prendiamo atto che il terrore è un genere duro a morire.
Soprattutto se il filone nato, cresciuto e morto in occidente ha trovato nuova linfa vitale in oriente, forse perché, al contrario di quello che è accaduto da noi, lì il "genere" non è arrivato a clonare se stesso. Anzi l’horror orientale è diventato un filone a sé stante tanto da essere preso ad esempio dal cinema occidentale.
In pratica, quello che da noi è giunto su un binario morto (ricordate un bel film di paura negli ultimi dieci anni?), in oriente si rinvigorendo. I film (basti citare lo spaventoso Ringu, divenuto cult in occidente con la sua (mala)copia The Ring diretto da Gore Verbinsky) spaventano le platee e riempiono le sale. Certo, trovato un filone che macina soldi, perché non proseguire su questa strada?
Pensiamo a The Call (quello dei ragazzi che ricevono chiamate al cellulare provenienti dal futuro) che è arrivato alla sua seconda puntata con ottimi successi. Ma sia Ringu sia Chakushin Ari (The Call) sono prodotti giapponesi e si sa i cineasti del sol levante hanno alle spalle fior fiore di maestri del cinema. Quello che invece colpisce è che la Corea del Sud nel suo piccolo è diventata nel giro pochi anni una potenza cinematografica che ha trovato il modo di inventarsi un “cinema” da esportare nel mondo intero. Ed è proprio dal piccolo paese orientale che il terrore, la paura ed il mistero sta facendo passi da gigante. Ricordiamo Two Sister diventato un caso tanto da essere in predicato per una versione americana. Stesso destino è accaduto a The Grunge clonato malamente in occidente ma che per renderlo meno appariscente ha lasciato la sua ambientazione orientale.
Insomma l’horror all’orientale sfrutta idee nuove che tanto piacciono ai fan di tutto il mondo per poi essere rifatti in maniera più spettacolare (più spaventosa?) in occidente.
Per capire questa spinta propulsiva è bastata assistere all’Horror Day, svoltosi durante il Far Est Festival di Udine, che per una giornata intera ha proiettato film del terrore provenienti da oriente. Il risultato è stato alquanto altalenante però vedendo quelle pellicole ci siamo resi conto che la materia è trattata con gusto e che il sangue è sostituito più dalla tensione e dal metafisico. Tra i sette film mostrati i migliori sono stati il cinese Suffocation, che sebbene un po’ troppo cervellotico, è riuscito a miscelare sapientemente il soprannaturale con la psicanalisi (il fotografo Shen Xiao ha veramente ucciso la bella moglie violoncellista, oppure è tutto frutto della sua mente?); il giapponese Talse Of Terror, film ad episodi girato interamente in digitale da sei registi diversi, ognuno con una sintassi personale (fra tutti Guardiano di notte, anche se il secondo finale è abbastanza ovvio ed inutile) e una suspance misurata che trova un giusto equilibrio con il finale a sorpresa. Da non sottovalutare anche R-Point, film sud coreano che, rifacendosi ad Apocalypse Now, ha sposato la guerra con il soprannaturale riuscendo a parlare della follia che scaturisce da qualsiasi conflitto armato.
(Giovedì 28 Aprile 2005)
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