 Fantascienza e azione The island Buon prodotto americano di genere
di Oriana Maerini  Fantascienza prossima futura. Quando gli esseri umani saranno "clonati" per fornire pezzi di ricambio. Il regista americano Michael Bay ha realizzato “The Island” dopo essere stato convinto della sceneggiatura di Caspian Tredwell-Owen e Alex Kurtzman & Roberto Orci. La trama è affascinante, anche se non originale (saccheggiando a piene mani La fuga di Logan di Michael Anderson e copiando i corpi sospesi di Coma profondo di Michael Crichton).
Siamo alla metà del XXI secolo, Lincoln Six-Echo (McGregor) e Jordan Two-Delta (Johansson) vivono in un’area protetta e la loro vita quotidiana è costantemente monitorata, come quella di tutti gli altri “residenti”, per il loro bene. L’unico modo di uscirne, e l’unica speranza, è essere scelti per andare sull’Isola, l’ultimo luogo incontaminato del mondo, dopo il disastro ecologico che ha ucciso tutti gli abitanti del pianeta eccetto loro. Tormentato da incubi inspiegabili, Lincoln inizia a porsi delle domande sulle restrizioni cui è sottoposto, ed è sconvolto dalla verità che scopre: tutta la sua esistenza è una bugia, l’Isola è un terribile inganno e lui, Jordan e tutti quelli che conosce valgono più da morti che da vivi. In corsa contro il tempo, Lincoln e Jordan riescono a evadere e a raggiungere il mondo esterno che non hanno mai conosciuto. Lontano dallo stretto controllo dell’istituzione, la loro innocente amicizia si trasforma in qualcosa di più profondo. Ma, inseguiti dalle forze di sicurezza, hanno un compito prioritario: sopravvivere.
Ottima regia e cast eccellente (oltre ai due divi c'è anche Djimon Hounsou nel ruolo di Laurent, il capo della squadra che insegue Lincoln e Jordan; Sean Bean in quello di Merrick, che dirige l’istituzione e Michael Clarke Duncan -“Il miglio verde”- in quello di Starkweather) fanno di questo thriller fantascientifico un buon prodotto di genere. Il film è un mix tra fantascienza e dramma che fa riflettere sulle questioni etiche e morali. Forse eccede troppo nelle scene d'azione che spiazzano lo spettatore abituato per metà film a vivere nel tranquillo mondo sotterraneo dei cloni.

Da segnalare l'ottimo cammeo di Steve Buscemi, perfetto nel ruolo di McCord, il tecnico che svela ai due cloni la verità sul loro mondo artificiale. Lui ha la faccia giusta di un uomo che non riesce a tacere davanti alle abberrazioni della scienza e della cupidigia umana.

Notevole anche la fotografia (curata da Mauro Fiore) che è riuscito a sottolineare con le luci l’opposizione fra i due mondi. L’ambiente sotterraneo è illuminato artificialmente, molto bianco e pochi colori. Ma quando i protagonisti scoprono il mondo fuori, c’è una saturazione di colori, perché scoprono il sole e la natura per la prima volta.
Curiosità : gli elicotteri neri chiamati Whispers segnano l’esordio nel cinema degli Eurocopter EC 120, i più silenziosi mai prodotti, capaci di viaggiare a 150 miglia all’ora e dotati di una quantità di gadget hi-tech.
giudizio: **
(Lunedì 12 Settembre 2005)
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