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Il musicista di Spike Lee

Terence Blanchard

Ancora una splendida colonna sonora per Inside Man


di Roberto Leggio


Terence Blanchard è il funambolico trombettista autore di molte colonne sonore dei film di Spike Lee. Quaranquattro anni, approdato da qualche tempo alla famosa "Blue Note" (la casa discografica che ha lanciato Chet Baker, Miles Davis, Charlie Parker e molti altri giganti del jazz) è considerato l'erede diretto di Buddy Golden e Louis Armstrong. Ascoltare le melodie che riesce a far uscire dal suo strumento è qualcosa di ineguagliabile, tanto che lo si può accusare di eccessivo virtuosismo. Ma proprio per questo Terence è riuscito a crearsi una spazio di tutto rispetto. I suoi concerti, poi, sono un concentrato di tutto quello che l'hard bop moderno ha saputo inventare. Incontrato ad "Umbria Jazz Winter" in quel di Orvieto, l'artista di New Orleans ha raccontato del suo rapporto con il jazz più hot e della sua poliedrica attività come realizzatore di colonne sonore. Un rapporto iniziato proprio con Spike Lee il quale, per il suo eccellente lavoro ne La 25° ora, gli ha fatto guadagnare la nomination al Golden Globe. Il soldalizio con il regista afroamericano è fortissimo e Blanchard, dopo aver collaborato per il film She Hate Me, ha realizzato, ora, la bellissima colonna sonora di Inside Man.

Come ha conosciuto Spike Lee?
Ad una audizione di un concerto a Los Angeles. Ci incontrammo per caso e lui mi squadrò subito perché portavo il berretto dei Lakers, la migliore squadra di L.A. Lui è notoriamente fan dei New York Knicks. Quindi, prima ancora che mi presentassi mi prese in giro dicendomi che i Knicks erano i più forti. Adesso dopo quasi quindici anni di lavoro assieme sono diventato anch'io un fan dei Knicks. Non è buffo?

Qual è stata la sua prima colonna sonora?
Quella di Fa' la cosa giusta. A Spike piacque moltissimo e mi chiese quasi subito se avevo voglia di scrivere le partiture per una storia di jazz che aveva in mente da tempo. Quello che ne uscì fu la colonna sonora di Mo' Better Blues. La tromba che suona Denzel Washington è la mia.

Quindi deve a Spike Lee il suo debutto nel cinema?
Si, lui mi ha aiutato molto in questo senso. Scrivere la musica per un film è difficile perché devi immaginarti quale melodia possa spiegare quella scena. Devo dire però che anche quando suono nei concerti cerco di immaginarmi una situazione. È un modo di lavorare che mi stimola molto e aiuta a migliorarmi.

Con La 25° ora si è guadagnato una nomination al Golden Globe...
Si, è stata una bella soddisfazione. Personalmente credo che si tratti del miglior film di Spike. Però non dovrei essere io a dirlo. La cosa vergognosa è che lui non abbia mai vinto un Oscar perché è notoriamente poco amato dagli studios.

Dopo tante colonne sonore, qual è secondo lei quella che più la rappresenta?
Una domanda davvero difficile, alla quale su due piedi non so rispondere. Forse quella di Malcom X, perché ho cercato di far capire quanto il jazz sia importante per le comunità afroamericane. Si pensi che con il mio quintetto ne abbiamo riscritta una seconda versione dal titolo Malcom X Jazz Suite.



(Domenica 9 Aprile 2006)


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