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 Esplosione di ritmo con influenze etniche Colonne sonore: Inside Man La regia musicale affiaca e completa quella cinematografica
di Fabio Ciminiera Terence Blanchard è l'uomo all'interno delle musiche dei film di Spike Lee. Il sodalizio tra il regista newyorchese e il trombettista di New Orleans si è stabilito sin dagli esordi della carriera del regista e rappresenta uno dei punti fermi del suo cinema.
Uno degli aspetti più importanti nel lavoro di questo bravissimo musicista per i film di Spike Lee è nel non imporre il jazz e, in particolare, la tromba, nel non imporre una visione che potrebbe risultare sganciata dalle atmosfere del film o, in qualche maniera, forzata. La scrittura per la colonna sonora diventa, in un certo senso, laboratorio e divertimento per il trombettista. La possibilità di poter esplorare aspetti musicali differenti da quelli che Blanchard propone nei suoi lavori discografici per la Blue Note. Lui è, infatti, uno dei trombettisti più rinomati della scena jazz statunitense ed è stato, all'inizio della sua carriera, il trombettista che ha sostituito Winton Marsalis nei Jazz Messengers di Art Blakey.
Per Inside Man, Blanchard riesce a delineare una musica da thriller diversa dal canone quanto il film stesso è diverso dalle altre pellicole dello stesso genere. Se nel film vengono scardinate le distinzioni, nette e scontate, tra male e bene, la musica riesce ad apportare, con costanza, accenti di dubbio, che lasciano spazio a soluzioni aperte e diverse. É questa la particolare cifra della colonna sonora di Inside man: aiutare il film a non risolvere lo svolgimento della vicenda, a non comprendere quale sarà lo sviluppo della trama. Accenti, cupi o ritmati, che aprono la strada ai cambi di scena, senza svelare del tutto cosa accadrà; costruzioni, contenute o altisonanti, che sostengono i passaggi più importanti del film.
La ripetizione e il ritorno di alcuni temi rendono costante la presenza della musica, che costituisce, a tutti gli effetti, un personaggio della vicenda. Un personaggio che ha i suoi stati d'animo, che asseconda lo svolgersi della trama. Frasi che sottolineano e che emergono tra le scene e i dialoghi, piccoli frammenti e spazi più consistenti. Una disposizione varia ed efficace della musica che accresce, di scena in scena, la sua importanza.
Blanchard interpreta la vicenda del film, inseguendo generi e suoni metropolitani, il funk e il ritmo di un basso slappato, inserisce momenti orchestrali ampi che sfruttano anche dissonanze tra strumenti e linee melodiche. La colonna sonora riflette, con buona presenza, la sensazione scomoda che lascia il film: confusione e dubbio, l'impossibilità di stabilire da quale parte siano i buoni, la tendenza a parteggiare per l'intelligenza dei rapinatori a scapito dell'indecisione e della frenesia dei tutori dell'ordine, contro le nefandezze dei, presunti, buoni cittadini.

Una scena di Inside Man
Suoni metropolitani e disparati che si legano alle differenze etniche e caratteriali dei poliziotti, dei rapinatori e degli ostaggi. Frammenti che individuano in modo preciso il carattere dei personaggi. É una costruzione che Blanchard realizza sommando e accostando piccoli nuclei sonori, gli uni sugli altri, un mosaico sonoro che riesce a disegnare e delineare con precisione funzionale la vicenda del film, che si accompagna, a seconda del diverso arrangiamento, ai personaggi e agli snodi della storia. La sua regia musicale si somma e si accosta alla regia cinematografica e aiuta a creare l'atmosfera tesa e aspra della vicenda. Suoni sintetizzati e tecnologici si mescolano con gli archi e i fiati; istanti che apportano accenti e sentimenti ulteriori come il breve assolo di tromba che Blanchard pone all'interno del ritmato filo conduttore; aperture melodiche che aggiungono una dinamica emotiva e che, quando serve, stemperano la tensione, come gli interrogatori, tra il serio e il faceto, che costellano la trama.
Il lungo sodalizio tra il regista e il compositore aggiunge valore e immediatezza alle musiche. Come in tutte le lunghe consuetudini, si creano delle alchimie indefinibili. I film di Spike Lee sono caratterizzati e definiti al meglio dalle musiche di Blanchard. La musica, come si diceva, crea un personaggio che traspare dalle scene, nei piani nascosti delle inquadrature, che il regista utilizza e dispone con naturalezza.
Alle musiche che si legano alla trama, la colonna sonora vera e propria, si aggiunge, come sigla iniziale e finale del film, Chaiyya Chaiyya Bollywood Joint, scritta da A.R. Rahman, Gulzar e Panjabi MC e interpretata da Sukwinder Singh, Sapna Awasthi e dallo stesso Panjabi MC. Pur nelle sue differenze, di scrittura e di interpretazione, il brano si inserisce bene nel lavoro prodotto da Blanchard per Inside Man e ne rappresenta bene il quadro. Un'esplosione di ritmo, con le influenze e le sensazioni delle diverse parti del mondo che si incrociano a New York; d'altronde, la musica del film riporta molte delle influenze che condiscono il mondo sonoro di New York.
(Mercoledì 17 Maggio 2006)
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