 Sceneggiatore e regista de "Il Soffio dell'anima" Victor Rambaldi Il film tratto dall'omonimo libro di Valentina Lippi Bruni
di Oriana Maerini  Scrittore, regista e sceneggiatore. Victor Rambaldi ha scelto di seguire una carriera diversa da quella del suo celeberrimo padre Carlo, genio degli effetti speciali. Cresciuto in America e laureato in cinema a Los Angeles Victor si considera un italo-americano diviso fra due mondi. Dopo due film girati negli States (Decoy-il bersaglio e Rageful) è tornato a lavorare in Italia. Ha realizzato qui il lungometraggio d'animazione: “YO-RHAD, un amico dallo spazio” (vincitore del Premio Speciale per l’Animazione alla 35a Edizione del festival di Giffoni), tratto dal suo libro “Amici per lo spazio”. Inoltre da cinque anni dirige uno dei più grandi spettacoli multimediali d’Europa, “Il Cinespettacolo della Grancia, La Storia Bandita”. Stava preparando un grande progetto multimediale con Lucio Dalla quando un incontro con una donna ed una storia molto emozionante lo ha appassionato nuovamente alla regia cinematografia. Nel prossimo futuro Rambaldi dirigerà, infatti, il film “IL SOFFIO DELL’ANIMA”, di cui ha firmato anche la sceneggiatura, tratto dall’omonimo libro di Valentina Lippi Bruni. Lo abbiamo incontrato per capire meglio il progetto di questa nuova fatica cinematografica.
Come è avvenuto l’incontro con Valentina? In modo abbastanza banale perchè abbiamo la stessa agente. Mi ha colpito subito la grande umanità di questa donna e mi ha affascinato la sua storia perchè è realmente vissuta. Nel libro di Valentina c’è un pathos importante e un grande messaggio di speranza verso tutte le persone più sfortunate di noi. Nel realizzare la sceneggiatura sono partito proprio da questa luce interiore mettendo in secondo piano l’esperienza delle arti marziali cha hanno un ruolo secondario rispetto alla natura principale del racconto.
Però è anche una bellissima storia d’amore vista da un’ottica femminile... Assolutamente! E’ chiaro che nella riduzione cinematografica ho dovuto fare delle scelte e la storia d’amore passa in secondo piano rispetto alla lotta del protagonista per credere in se stesso e conquistare la speranza di vincere la malattia.
Quindi ha scelto un taglio umanistico? Si, credo che per stimolare l’interesse del pubblico sia più congeniale un intreccio fra la storia d’amore e la storia di sfida personale. Comunque ho messo in primo piano la lotta di Alex.

Victor Rambaldi con Valentina Lippi Bruni
Lei è autore di film d’avventura e d’animazione. Ha voluto cambiare genere? Si, a me piace spaziare. Non è tanto il genere che mi interesse ma la storia incentrata su un protagonista con un obiettivo ben chiaro. Ad esempio faccio da 5 anni uno spettacolo che si chiama la storia bandida dove il protagonista è un brigante che lotta contro un destino incredibilmente avverso pur di conservare le sue tradizioni e la sua terra.
Può dare qualche dettaglio tecnico sul film? Quello più interessante è che sarà girato in digitale. Oggi la tecnologia è talmente progredita rispetto solo a qualche anno fa e offre la possibilità di creare degli effetti già in macchina che con in pellicola richiederebbero più tempo e maggior dispendio di energie. La nuova filosofia in Italia è quella di produrre film riducendo i costi grazie a questa tecnologia che fa raggiungere degli effetti nuovi ed interessanti a basso costo. Ma il film, nella fase finale, sarà comunque riversato in pellicola.
Ha già predisposto il cast? Si, ho iniziato a scegliere gli attori. Il protagonista sarà Flavio Montrucchio, Lucrezia Piaggio avrà, invece, il ruolo di Luna. Ma ci sarà anche Orso Maria Guerrini ed altri attori molto noti:sto cercando di costruire un cast di grande caratura perchè il film lo merita.
Quando inizieranno le riprese? Probabilmete la prossima estate. E’ un film che richiede molta pre-produzione anche perchè il protagonista deve conoscere perfettamete le arti marziali e ha bisogno di molto tempo per la preparazione fisica
Un film indipendente, una grossa sfida... Si, abbiamo scelto la strada più difficile dell’auto finanziamento perché non vogliamo che la storia venga snaturata e banalizzata per esigenze di mercato. Non volevamo creare un prodotto soltanto commerciale per mantenere pura l’essenza del romanzo.
Lei è un regista e uno scrittore affermato. Cosa le interessa di più? Sono due cose completamente diverse. L’ arte visiva è più completa e a me piace molto la tecnica della ripresa. Lo scrivere è una cosa intimista che ti pone da solo di fronte alla tua coscienza e davanti ad una pagina bianca. Nel mio caso combino bene entrambe queste cose perchè spesso i miei film sono tratti dai miei libri.
Molti individuano la causa crisi del cinema italiano nella mancanza di idee. Lei cosa ne pensa? E’ vero, in Italia purtroppo lo sceneggiatore viene pagato molto poco e spesso cambia mestiere. Invece la sceneggiatura è la prima pietra che si pone per la costruzione del palazzo che si chiama film. Se non si da la giusta considerazione allo sceneggiatore che trova l’idea e scrive la storia è chiaro che c’è il fallimento. Poi ci sono tutta una serie di problemi che viaggiono in parallelo come la crisi della distribuzione dovuta ad un mercato limitato ed un politica distributiva molto asfittica.
Lei vive tra Roma e Los Angeles. Non ha mai pensato trasferirsi definitivamente negli States? Ho vissuto quasi 25 anni in America, lì mi sono laureato in cinema ma amo molto la cultura italiana e cerco di combinare le cose. Se vivessi solo negli States mi sembrerebbe di tradire le mie origini. Poi mi piace lavorare in Italia e credo che come sistema produttivo ed esperienza non dobbiamo nulla da invidiare a nessuno. L’America è una macchina per fare cinema con una vera e propria industria; noi abbiamo scelto una strada più artistica.
Lei è nato a Ferrara. Questo film è un ritorno alle origini? Esattamente. Una delle cose che mi ha divertito di più all’inizio era la possibilità di poter tornare nella mia terra d’origine dove sono stato molto poco perchè sono venuto via ad un anno. Riscoprire gli odori i sapori e le persone della mia terra e avere la possibilità di girare un film in quei luoghi mi stimola moltissimo.
Avere un padre famoso come il suo quando aiuta e quanto danneggia? Nel mio caso specifico non mi ha aiutato in quanto mio padre è un artista assoluto ed ha scelto sempre la propria promozione più che quella dei figli. In America non esiste il nepotismo: tu sei quello che vali a prescindere da chi sei. In Italia le parentele hanno più importanza e mi fanno spesso questa domanda. Io ho intrapreso una carriera totalmente diversa da quella di mio padre. Quando c’è la possibilità di lavorare insieme, ovviamente, lo faccio molto volentieri ma dal punto di vista promozionale non mi è stato di nessun aiuto.
Altri progetti? Sono in trattative per la realizzazione di una serie di sette libri per ragazzi ma è un progetto di cui non posso ancora parlare. Inoltre ho un progetto molto ambizioso insieme a Lucio Dalla. Si tratta di un musical multimediale al quale lavoro da due anni. Il titolo provvisorio è “Amore e Inferno”. Ci sarà molto musica e lo spettacolo sarà live: una combinazione di teatro e cinema che utilizzerà anche gli schermi cinematografici.
(Giovedì 27 Luglio 2006)
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