 Studio Universal celebra il mito di Gilda a 20 anni dalla scomparsa Rita Hayworth Dal 7 al 28 maggio
di red.  “Ogni uomo che ho incontrato si è innamorato di Gilda. Ma la mattina dopo si svegliava con me”.
Questa è la celebre frase di Rita detta l' Atomica, esplosiva come la bomba che gli americani le dedicarono. La chiamavano anche Ruggine per quel colore inconfondibile della sua chioma, ricordata come Dea dell’amore perchè non esiste uomo che non sia impazzito per il suo fascino e la sua sensualità. Un mito intramontabile che Studio Universal (Sky) ricorda, a 20 anni dalla scomparsa, tutti i lunedì di maggio in prima serata con 4 pellicole e un Focus esclusivo.
I titoli:
·lunedì 7 alle 21.00 L’inarrivabile felicità (1941) di S. Lanfield con Fred Astaire ·lunedì 14 alle 21.00 Gilda (1946) di C. Vidor con Glenn Ford ·lunedì 21 alle 21.00 La signora di Shangai (1947) di e con Orson Welles ·lunedì 28 alle 21.00 Salomè (1953) di W. Dieterle con Charles Laughton

Il Focus:
“Io non sono la donna che tu credi. Cerco solo di averne l’apparenza”. Rita Hayworth in La signora di Shangai.
Hollywood, anni ’40: nasce il mito Rita Hayworth. Simbolo dell’erotismo cinematografico, sensuale, ambiziosa e caparbia, forte e debole, furba e ingenua contemporaneamente, definita dal Presidente Roosvelt “Non tanto una donna, quanto un’istituzione americana”. Margarita Carmen Cansino, figlia del ballerino spagnolo Eduardo, inizia la sua carriera nel 1933 come ballerina, corvina e piuttosto in carne. Diventerà la Rita dai capelli rossi grazie al suo primo marito, Edward Judson, che la trasformerà in una star dalla notorietà internazionale. Nonostante abbia interpretato più di 60 film, è solo nel 1941, al suo 22mo film che raggiunge il vero successo di pubblico con Bionda Fragola e L’inarrivabile felicità in coppia con Fred Astaire. È però con Gilda, a fianco di Glen Ford, con il quale farà cinque film, che Rita Hayworth interpreta il ruolo che la consacrerà per sempre nell’olimpo delle divine di Hollywood: la femme fatale del film noir, che finirà però per condizionare non solo le sue future interpretazioni ma anche tutta la sua vita. Gilda segna l’inizio della fine per Rita. Lunghi capelli rosso fuoco, denti incapsulati, volto ritoccato agli zigomi e agli occhi dove, per un errore del chirurgo, una palpebra resterà abbassata e sarà costretta a portare sempre le ciglia finte per mimetizzare il difetto. L’immagine di donna libera e sexy, di malaffare ma allo stesso tempo dea dell’amore romantico, consacrata con il film Gilda, le resterà incollata addosso per sempre e Rita non riuscirà mai a conciliare la sua immagine cinematografica con la volontà di vivere contemporaneamente una vita da donna normale.
(Giovedì 3 Maggio 2007)
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