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Quinta ‘puntata’ della saga del maghetto

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Un film ‘di passaggio’ in tutti i sensi


di Paola Galgani


Non si può certo dire che i fan di Harry Potter siano rimasti delusi da questo mese di luglio 2007: oltre al film Harry Potter e L’Ordine della Fenice, infatti, a fine mese uscirà in Gran Bretagna il settimo e ultimo libro della scrittrice inglese J.K.Rowling - il cui finale, peraltro, è stato anticipato da un hacker in cerca di notorietà (il corrispondente film è previsto per il 2010). Questo quinto episodio della saga è senz’altro un importante momento di svolta per il protagonista ed i suoi compagni, e molto ci viene rivelato sul passato e sul futuro dell’amato maghetto.
Ritroviamo dunque un Harry Potter di pessimo umore, dato che oltre ad essere vittima dei turbamenti adolescenziali, aumentati dopo la solita estate a casa degli odiosi zii Dursley, si ritrova minacciato di espulsione dalla scuola di Hogwarts perchè ha utilizzato la magia in presenza di un babbano (un ‘non mago’, nello specifico il detestabile cugino Dudley), anche se ha infranto le regole solo per difendersi dai Dissennatori. Per fortuna Abus Silente interviene in suo favore con il Tribunale -illegale- creato dal Ministro delle magiche istituzioni Cornelius Caramel appositamente per eliminare Potter dalla scena. Ad Hogwarts pero’ Harry sarà ancor piu’ amareggiato nello scoprire che la comunità dei maghi lo ritiene un millantatore: il Ministero, infatti, ha compiuto una campagna per screditarlo, negando che sia mai avvenuto il ritorno di Lord Voldemort e sostenendo che tutta la lotta di Harry sia una bufala inventata da un ragazzino in cerca di attenzioni.
Intanto Silente viene destituito da Caramel in qualità di preside di Hogwarts, mentre al suo posto fa il suo ingresso la strana professoressa Dolores Umbridge, sinistra funzionaria in qualità di sottosegretario anziano del Ministero della Magia, che in realtà ha il compito, piu’ che insegnare ai ragazzi- che detesta- come difendersi dalla Arti Oscure, di fare avere al Ministero abbia un controllo sempre maggiore nella scuola, dove otterrà sempre più potere con il ruolo di Inquisitore Supremo.
Sic stantibus rebus Harry, incoraggiato dai suoi amici, sente che non puo’ starsene con le mani in mano; riunisce cosi’ alcuni studenti che prendono il nome di Esercito di Silente e diventa lui stesso il loro docente di difesa dalle Arti Oscure. I ragazzi ne avranno bisogno: una battaglia non facile li aspetta contro Lord Voldemort all’interno del Ministero della Magia. Per fortuna verranno aiutati da Silente e da vari elementi dell’Ordine della Fenice, tra cui anche Sirius Black. In tutto questo Harry verrà informato riguardo ad un’importante profezia che lo riguarda...



Come sempre, gli intrighi del mondo della magia offrono l’occasione per una grande spettacolarità. I primi due film, ricordiamolo, ebbero come regista Chris Columbus, poi ci fu Alfonso Cuaron che volle dare un tocco personale (ma il suo film, forse il migliore, incasso’ meno di tutti); infine a Mike Newell tocco’ Harry Potter e il calice di fuoco. Per il quinto ‘episodio’ è stato scelto David Yates, poco conosciuto a livello internazionale ma assai apprezzato nel suo paese, la Gran Bretagna, per aver realizzato molte serie tv vincitrici di premi. Yates, dunque, che era già un fan del maghetto, ha accettato con entusiasmo la non facile sfida (già rifiutata dalla cineasta indiana Mira Nair e dal francese Jean-Pierre Jeunet). Il suo stile è caratterizzato da un maggiore realismo rispetto ai precedenti, intendendo con cio’ un’attenzone maggiore alla recitazione degli interpreti piu’ che ai pur bellissimi effetti speciali (dal che si potrebbe malignamente concludere che le capacità del regista non avessero bisogno di budget cosi’ elevati per la realizzazione). Il suo feeling con gli interpreti si avverte particolarmente nelle scene con l’eccezionale Imelda Staunton -alias Dolores Umbridge-, mentre in scene ‘di passaggio’ si avverte la sua minore convinzione, con inevitabili conseguenze sull’attenzione dello spettatore. Cosi’, mentre i combattimenti restano spettacolari, anche più del solito -pensiamo a quello nel Ministero-, le scene nella scuola sono tirate troppo per le lunghe, spece per la prima parte.
A Yates non si puo’ negare di avere un buon senso visivo, che dà vita -ovviamente con l’aiuto fondamentale del digitale- ad affascinanti nuovi personaggi, a inquietanti giochi di specchi, agli inevitabili voli nel cielo, a forme di ogni genere che si disintegrano sciogliendosi nell’aria e coinvolgendo i protagonisti in carne ed ossa. Ma soprattutto, nelle scene di stile horror che prendono lo spetttore davvero alla sprovvista. Questo infatti è uno dei film piu’ ‘dark’, sia per i colori molto scuri -sempre sul tono del grigio o nero, mentre il precedente virava sul verde scuro- sia per la crudezza maggiore rispetto a tutti i precedenti film, le cui fantasie infantili sono definitivamente superate, mentre qui prevalgono scene molto drammatiche e realistiche. E sopratttutto viene instillato l’inquietante dubbio di una certa duplicità del protagonista... Il quale è colto in un momento particolare dela sua vita. Per la prima volta, oltre al fatidico bacio con l’asiatica compagnetta perennemente ammiccante che già appariva maliziosamente nella puntata precedente (una scena ripetuta 24 volte, si vocifera), traspare-ma meno che nel libro- il malessere esistenziale dell’età, l’accettazione da parte del gruppo, la ribellione alle istituzioni (ma suoi maestri sono Silente e Sirius) all’interno di un mondo in cui fanno capolino per la prima volta i poco chiari intrighi della politica. D’altronde, se il processo dell’incomprensione del protagonista da parte degli adulti è tipico della letteratura per ragazzi ed il passaggio all’età adulta è fondamentale in quanto è proprio il tema di fondo di tutta la saga di Harry Potter. Esso si riflette precisamente nella funzione di ‘ponte’ che svolge il film all’interno dell’intero ciclo: vengono create le basi per i film successivi ed esplicati con dovizia i punti meno chiari della trama, in un minestrone di personaggi nuovi (molto carini, in particolare la stralunata Luna) e vecchi, che vengono tutti menzionati per doverte di cronaca -e per contratto con l’autrice- ma la cui presenza è del tutto superflua, anzi irritante per chi a loro si è affezionato e vorrebbe vederli sviluppati. Ma tutto cio’ che è ‘funzionale’ rende necessariamente meno simpatico e meno ‘magico’ il risultato. Molte responsabilità dei risultati altalenanti -di cui sono evidenete conferma alcune imprefezioni di montaggio, inpensabili in un film con un budget del genere- devono avere avuto i ridotti tempi di lavorazione negli studi Leavesden, nel Regno Unito: meno di un anno, cui si aggiunge la poca esperienza di Yates alle prese con una prova non facile. A Michael Golbenberg (autore di ‘Contact’ di Robert Zemeckic, e ‘Peter Pan’ , di P.J. Hogan), subentrato a Steves Gloves, abile sceneggiatore dei primi quattro film, è toccata la responsabilità di sintetizzare il romanzo più lungo della serie.





Un grande aiuto è dato dalla partecipazione di ottimi attori britannici come Gary Oldman ed Imelda Staunton, un’attrice teatrale finora sottovalutata (mirabile la scena con l’altrettanto valida Maggie Smith). La Staunton interpreta il primo perfido persoanaggio ‘al femminile’ della saga, Dolores Umbridge, un’ insegnante che non ama i ragazzi e nulla vuol com, orignale e ben raffigurato nella sua ipocrisia secondo cui il fine giustifica i mezzi. Se sempre la stesssa potenza hanno Alan Rickman come Severus Piton e Miranda Richardson, anche l’attore protagonista Daniel Radcliffe, sicuramente si è impegnato, andando persino da uno psicologo per approfondire quella ‘sindrome del sopravvissuto’di cui Potter avrebbe sofferto a conclusione del quarto film (in cui, ricordiamolo, sopravviveva agli attacchi di Voldemort al contrario dell’amico Cédric Diggory). Emma Watson, (Hermione) e Rupert Grint (Ron) non sembrano aver acquisito con la crescita particolri capacità recitative.
Helena Bonham Carter è come al solito a suo agio (dopo essere Morgana nel telefilm ‘Merlino’ ed una strega in Big Fish del marito Tim Burton), nei panni di Bellatrix Lestrange (il ruolo era destinato all’attrice inglese Helen McCrory, poi scopertasi in dolce attesa). Infine, il ruolo di Luna è statascelta tra 15000 adolescenti irlandesi la perfetta Evanna Lynch: solo per li, una stella di merito al casting.
Ovviamente non puo’ finire qui, infatti per settembre sono previste le nuove riprese del sesto libro ‘Il principe mezzo sangue’, che forse si girerà in terra irlandese dopo Inghilterra Sscozia; in particolare si parla delle contee di Leinster e Munster, in cui si trovano dei castelli molto suggestivi. Staremo a vedere gli esiti della profezia, e se anche stavolta il maghetto se la caverà nella lotta contro il male usando l’arma meno convenzionale, quella dell’amore.

giudizio: * * *



(Lunedì 16 Luglio 2007)


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