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Una farsa corale condita di humour inglese

Funeral Party

Commedia degli equivoci al funerale di papà


di Paola Galgani


Partiamo dalla premessa che bisogna amare molto l’umorismo britannico per apprezzare a pieno questa commedia di Frank Oz, autore dei più ‘americani’ In & Out e La moglie perfetta. L’ambientazione, stavolta, è nella tipica campagna inglese, dove una famiglia si riunisce per celebrare il funerale del patriarca. Ci sono i due fratelli, l’uno noto scrittore, l’altro oscurato dal suo successo; c’è la cugina che vuole approfittare per presentare in famiglia il fidanzato, mente il suo ex ragazzo è venuto per riconquistarla. Ci sono poi il cugino chimico, l’amico ipocondriaco, la mogliettina che vuol fuggire da casa della suocera, e infine la snobbissima moglie del defunto. Come in ogni nucleo familiare che si rispetti, non mancano rancori, invidie e frustrazioni, che ognuno si sforza di tenera a bada per la durata della cerimonia funebre; quando però si presenta un signore dallo strano aspetto e dalle incredibili pretese la situazione si complica troppo per fare ancora finta di niente….
Scontati i personaggi, scontate le trovate, scontate le risoluzioni; per fortuna nella seconda parte -la prima va un po’a rilento, con la presentazione di tutte le figure- si recupera l’effetto-sorpresa. Il film lascia in bocca, dispiace dirlo, un sapore insipido pur se razionalmente si apprezza l’abilità del regista nel dirigere con stile a suo modo classico (da ex-attore) un così gran numero di personaggi, ognuno dei quali ha motivo di esistere in quanto correlato agli altri, in un perfetto quanto difficile balletto all’interno di un unico ambiente chiuso. Nel complesso più che di commedia si può parlare di una farsa frizzante che in quanto tale prevede espedienti narrativi di immediata comicità quali equivoci a go-go, scambi di bare e ingestione involontaria di droga (che ci ricorda il recente e ben più pungente Smiley face di Gregg Araki), il tutto giocato sul contrasto tra apparenza e realtà, tra borghese ipocrisia e reali sentimenti. C’è da aspettarsi che gli appassionati del genere ne facciano un cult, come conferma il giudizio degli spettatori del festival di Locarno che hanno addirittura assegnato al film il Premio del Pubblico.



Il film è girato praticamente tutto in interni, con una fotografia raffinata che mette in risalto i tre colori fondamentali: il nero e il verde scuro delle belle case inglesi che stridono col pallore dei volti dei personaggi abbigliati a lutto. Il cast, arricchito dalla presenza di noti caratteristi vicendevolmente impegnati a non rubarsi la scena a vicenda, è molto affiatato e professionale: ci sono volti noti come Peter Vaughan, Ewen Bremmer (Transformer), Matthew MacFadyen (Orgoglio e pregiudizio), Alan Tudyk (Palle al balzo – Dodgeball). E, soprattutto, l’istrionico Peter Dinklage di "Prova a incastrarmi".

gudizio: * *




(Martedì 18 Settembre 2007)


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