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![]() A Rimini il primo convegno sul celebre diario onirico Federico Fellini: il libro dei miei sogni. Premio Fondazione Fellini a Ermanno Olmi di Roberto Leggio ![]() Roma. – “La visionarietà di Federico Felllini, derivava soprattutto dai suoi sogni”. Mai affermazione fu più azzeccata. A dirlo è Tullio Kezich, biografo per antonomasia del maestro riminese, che assieme al direttore della Fondazione Fellini Vittorio Boarini, ha illustrato il Libro dei miei Sogni, presentato oggi alla Stampa nella sede della Regione Emilia Romagna. Si tratta di un “diario onirico” di circa quattrocento fogli da disegno illustrati e commentati dallo stesso Fellini, che sarà il fulcro del Convegno Internazionale in programma a Rimini dal 8 al 10 Novembre. Il “libro” è un vero viaggio onirico, una testimonianza dal valore inestimabile perché è in grado di svelare i risvolti più profondi dell’inconscio felliniano, deposito straordinario da cui l’autore ha tratto ispirazione per dare vita e forma alla sua arte. Il convegno, al quale interverranno molti intellettuali, scrittori, vignettisti, storici del cinema e psicoanalisti, effettuerà un’esame analitico di questa inedita produzione, cercando di valutarla criticamente. “Fellini non disegnava tutti i suoi sogni. Portava su carta quelli che più l’avevano suggestionato durante il sonno e molti sono finiti nei suoi film. Otto e mezzo, ad esempio, è forse l’opera più onirica e psicoanalitica di tutta la sua produzione” Ha continuato Kezich, sottolineando anche la grande superstizione che Fellini provava nei confronti dell’immaginifico. A tal proposito ricorda quando Fellini, affascinato com’era dalla parapsicologia, si recò da Gustavo Rol, il famoso sensitivo. “Rol faceva un gioco con le carte. Si trattava di scoprirne una e metterla poi coperta sul mazzo. Senza nessun movimento l’uomo la rivoltava e per magia era cambiata. Dopo un paio di giri, Fellini preso da una curiosità divorante, cercò di capire il trucco. Sbirciò la carta cotto e la vide decomporsi e ricomporsi in un’altra sotto i suoi occhi. L’emozione fu così forte che egli si sentì male e vomitò li, sul tavolo del sensitivo”. Naturalmente Felllini non andò più da Rol. Però la fascinazione per il mistero e l’inconscio gli rimase. Tanto che negli anni a venire, i suoi film (dopo 8 ½), si complicarono e divennero molto più visionari. ![]()
Il sogno "Olmi"
(Martedì 30 Ottobre 2007) |
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