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![]() “Un incrocio tra Psyco e Alice” Tideland E' una favola nera l'ultimo film di Gilliam di Roberto Leggio “Un incrocio tra Psyco e Alice”. La definizione è di Terry Gilliam, padre putativo di questa ultima pellicola, mutuata da un romanzo di Mitch Cullin. E se è lui a dirla, allora bisogna affrontare l’opera con uno sguardo diverso dal solito. Innanzi tutto, pensare a priori, all’humus di cui è fatto tutto il suo cinema. Un percorso artistico, in bilico tra la visionarietà e la realtà più coerente. Spesso fatto di fiabe contemporanee, nere come l’asfalto, diaframmi aperti sull’anima nascosta dell’inconscio. Non si differenzia di molto Tideland, fiaba nerissima (ma anche di grandi illuminazioni) con al centro una bambina lasciata sola a sopravvivere in una decrepita casa nella prateria. Figlia di tossicodipendenti (i genitori, entrambi morti di overdose), si ritrova a diventare grande, rifugiandosi nel “mondo accanto” della sua immaginazione, che da sognante diventa via via stralunata e poi circo delirante. Gli incontri con i freaks della realtà (la donna con il cappello nero, suo fratello demente), diventano volano di una presa di (in)coscienza, ma anche di una via di fuga alla ricerca di un “posto dove stare” e “un modo per farsi amare”.
(Giovedì 1 Novembre 2007) |
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