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![]() The Black Connection was there... American Gangster Affresco malavitoso nella New York anni '70 di Roberto Leggio Alla fine si potrà sempre dire che Ridley Scott abbia voluto calarsi nei panni di Martin Scorsese. Ma non è così. American Gansters, affresco malavitoso nella New York anni '70, è tutt'altra cosa. Non ci sono per esempio, le “scampagnate” famigliar-macchiettistiche/crudeli davanti ad un piatto di maccheroni, mentre un uomo agonizza in un bagagliaio di Quei Bravi Ragazzi; più che altro c'è il confronto tra due “anime peccatrici” in cerca di riscatto. Il “cattivo” è un Danzel Washington inedito, boss della droga a poco prezzo, elegante, scaltro e dai “dannatamente” irreprensibili valori familiari. Il “buono” è un Russell Crowe, incorruttibile poliziotto (ha trovato un milione di dollari incustodito e l'ha ridato ai suoi legittimi propretari!), dalla vita sconclusionata, marito fedifrago e padre assente, “pulito” quanto basta per essere “sporco” come il resto che lo circonda. L'anomalia della vicenda, e del film stesso, sta proprio in questo gioco di contraddizioni. Un rischio calcolato che Ridley Scott tiene sotto controllo dall'inizio alla fine, forse pantografando altri film di genere (Il Braccio Violento della Legge ed il Padrino, su tutti), ma che rapisce lo spettatore, grazie ad un ritmo incalzante e una storia talmente vera da sembrare incredibile.
(Giovedì 17 Gennaio 2008) |
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