 007 cambia pelle ed imbraccia il fucile Daniel Craig Storia vera e vissuta di un partigiano ebreo
di Roberto Leggio  Roma – Ci voleva Hollywood per raccontare la storia di un gruppo di ebrei partigiani, all’indomani dell’invasione tedesca. Defiance – I giorni del Coraggio, film epico diretto da Edward Zwick, in sala dal 23 Gennaio distribuito da Medusa, narra una storia vera, di quelle che, forse, tra decenni diventerà leggenda. Si narra dei tre fratelli Bielski, che dopo aver assistito allo sterminio della loro famiglia, si rifugiarono nella foresta dove erano nati e vissuti, iniziando una loro personale guerra contro l’invasione nazista, arrivando perfino a salvare 1200 ebrei, strappandoli da vari Ghetti della zona. La vicenda è epica di per sé, perché alla fine della guerra, Tuvia, il fratello più grande che tre anni restò nella foresta con la comunità di ebrei che egli aveva salvato, non chiese nessun risarcimento. Un eroe, certo, ma anche solo un uomo, al quale premeva più salvarsi la pelle che quella di essere un vero condottiero. Nella parte di questo personaggio così complesso, fragile e ambiguo nella difficile pelle di combattente per forza, è un Daniel Craig, in vacanza da James Bond.
Conosceva la storia dei Belski? Non avevo la minima idea di questa vicenda. Sapevo di resistenza in Europa, ma non conoscevo nulla di partigiani ebrei in Russia. Mi sono documentato e più studiavo, più comprendevo la forza di volontà di queste persone.
Il film parla essenzialmente di coraggio. Di persone semplici che diventano eccezionali. Non le è sembrato strano interpretare un personaggio del genere, così lontano da Bond? Per interpretare Tuvia non avevo bisogno di muscoli o di effetti speciali. Era un uomo tra tanti, che si è trovato immerso in una situazione più grande di lui. Per essere realista sono perfino dimagrito, perché ad un certo punto egli si ammalò di tifo. Lo salvarono le medicine che egli ed altri del suo gruppo rubarono da una base nazista dopo un assalto. Già da questo aspetto capiamo che non era un supereroe.

Chi era veramente Tuvia Bielski? Un eroe per necessità. Un ingenuo che ha imbracciato il fucile e si è ritrovato a ricoprire la parte di condottiero. E’ un personaggio ambiguo, perché fondamentalmente il suo scopo era quello di salvare se stesso e i suoi fratelli, più che la comunità… Alla fine però riuscì a portare in salvo 1200 ebrei, senza chiedere, un volta finito il conflitto, nessun risarcimento. Un vero uomo, infine. Per questa sua umanità, credo che sia stato uno dei ruoli che più mi hanno coinvolto.
Ultimamente Hollywood ha la tendenza ad enfatizzare e rendere noti alcuni episodi poco conosciuti della seconda guerra mondiale… Credo che è arrivato il momento di raccontare quella guerra devastante secondo un nuovo punto di vista. E narrare storie nuove è salutare per la storia stessa. Anche per un attore. Soprattutto per me che cerco sempre vicende “umane”. Mi interessa capire la fragilità dei personaggi, il loro lato oscuro.
Questo film si interpone tra un Bond e l’altro. Come vede il suo futuro da attore… Anche Connery tra un Bond e l’altro interpretò La Collina del Disonore. Il segnale è chiaro, non voglio essere etichettato come James Bond per tutta la vita. Faccio le mie scelte per istinto, attraverso i copioni che mi vengono proposti. Il personaggio me lo devo sentire addosso. Se dovessi fare un film per dovere, sono convinto che non raggiungerei mai la perfezione. Come sa ho un’opzione per un terzo Bond, però di cosa farò da qui in avanti non ne ho idea.
(Lunedì 19 Gennaio 2009)
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