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Il debutto alla regia dello scrittore Philippe Claudel

Ti amerò sempre

Nel cast un' insuperabile Kristin Scott Thomas


di Oriana Maerini


Il romanziere di successo Philippe Claudel (ricordiamo fra i suoi libri più belli "Anime grige" pubblicato in Italia da "Ponte alle Grazie) debutta alla regia con Ti amerò sempre, un film bellissimo con una raffinata analisi psicologica dei personaggi. La trama racconta il lento ritorno alla vita di Juliette (Kristin Scott Thomas) che, dopo quindici anni, esce di prigione. La donna ha scontato la pena per aver ucciso il figlio e, distrutta da questo dolore, vive, nonostante l'auto della sorella dalla quale riceve sostegno ed ospitalità, isolata dal resto del mondo. Lentamente però riesce a superare il lutto, a ritrovare il coraggio di aprirsi agli altri e di lanciarsi andare ai rapporti sentimentali. Claudel narra in modo sublime la lenta, faticosa e felice rinascita di una donna intelligente e bella che ha commesso un omicidio per pietà verso il suo bambino. "La morte di un figlio è un carcere dal quale non si esce mai" - esclama ad un tratto Juliette per evidenziare agli altri il suo stato d'animo di donna spezzata dentro dal dolore della perdita. Ma la vita vince sempre su ogni cosa ed anche lei alla fine, dolcemente, è costretta, dall'affetto che la circonda, a riprendere il comando della sua vita ed a ritrovare la serenità perduta.



Il regista traccia con uno stile insuperabile il carattere di questo personaggio femminile grazie anche la sobria ed eccellente interpretazione di Kristin Scott-Thomas che per questo ruolo si è guadagnata il premio come miglior attrice agli "European Film Awards". Più dei dialoghi, infatti, le situazioni si esprimono quasi sempre l'espressione del volto, senza un filo di trucco, della bravissima attrice inglese. Ti amerò per sempre è l'esempio di un ottimo film che si inserisce nel solco della tradizione francese di genere. E' un dramma che analizza una tematica forte (il reinserimento degli ex detenuti nella vita sociale) con grande raffinatezza di stile e con una rara capacità di tratteggiare in modo profondo le psicologie di tutti i personaggi, anche quelli di contorno (è il caso del commissario in crisi che muore suicida).
Il regista punta l'indice soprattutto sulle personalità femminili (il rapporto di amore ritrovato fra le due sorelle è descritto in modo eccellente) forti e decise nelle loro scelte che sostengono tutta l'impalcatura della famiglia. L'unico limite del film è, forse, l'eccessiva lunghezza (115 minuti) che slifaccia un po' il ritmo narrativo.

giudizio: * * *

Un'avvenente consorte tradita
Kristin Scott Thomas
Nel film "Destini incrociati"



(Sabato 7 Febbraio 2009)


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