 A margine di “Io, loro e Lara” Carlo Verdone e la nuova commedia all’italiana Badanti e extracomunitarie contendono i ruoli ai parenti-serpenti
di Pino Moroni La commedia all’italiana, per i registi che l’hanno usata, è stata una maniera di approfondire il divenire di quella società italiana che si trasformò velocemente dagli anni ’60 agli anni ’80. I film da I soliti ignoti (1958) a La terrazza (1980) facevano uscire gli interpreti dalla macchietta e delineavano dei personaggi a tutto tondo che vivevano in una società complessa in evoluzione. Finita quella stagione ogni tanto si è indicato in un autore o in un film l’esempio di una nuova commedia all’italiana.

Carlo Verdone ha oscillato spesso tra piccoli personaggi macchietta ed analisi socioeconomica italiana più ampia ed universale. Con Io, loro e Lara è riuscito a dilatare il suo personaggio, Don Carlo un prete in crisi, di ritorno dall’Africa, in una operazione che tocca le interrelazioni tra pensiero intimo e società, facendo scaturire dai personaggi comprimari le filosofie di vita di una società involgarita e disastrata. A cominciare dal padre (Sergio Fiorentini) un anziano che vuol fare il giovane, con le scarpe da tennis, vestiti vistosi e parrucchino colorato, amante del ballo e della musica e soprattutto della badante moldava, che fa uso di stimolanti per continue prestazioni sessuali.
La badante, divenuta moglie ed erede, è piena delle voglie di chi non ha mai avuto niente e corre dietro ora a quegli status symbol della nostra società tecnologica e consumistica (televisione al plasma, macchina lussuosa ecc.). Ha avuto una figlia da un altro italiano che l’ha portata in Italia e poi lasciata (il famoso maschio italiano). Stessa sorte ha avuto la figlia Lara (Laura Chiatti), che ha avuto un figlio da un italiano, ma non può tenerlo se non ha una casa ed una famiglia. Se la farà, mettendo sotto ricatto la famiglia del prete con la casa del padre.

Ce n’è già abbastanza per far capire al missionario in crisi che la società che trova, dopo dieci anni d’Africa, è fatta di nuove persone molto più fragili nelle mani delle mode e dei bisogni più beceri. Un’umanità che non padroneggia più la vita. Le vicende, che solo accadono, la avviluppano e la degradano. Lara è una ragazza bella e disinibita, con amante che approfitta di lei, ed alla ricerca di soldi facili da fare con il suo corpo, al pari delle giovani italiane sballate da discoteca o delle ragazze africane (conosciute bambine in Africa da Don Carlo) che battono sulle strade.
Il fratello (Marco Giallini) è un pupone dedito alla finanza ed alla droga, la sorella (Anna Bonaiuto) una ipocrita psicoterapeuta, arpia separata, con figlia mascherata secondo le mode colorate o filosofeggianti. E c’è anche una famelica donna di mezza età (Angela Finocchiaro) che vorrebbe concupire il prete.

In questo quadro italiano non ci sono spazi per essere ottimisti. Altro che perdita degli ideali, si è perduto anche il minimo della dignità personale, o la bussola. È la società del disordine mentale e morale, ma anche dell’indifferenza e dell’instabilità. L’unico ancora capace di discernere il bene dal male, od anche di seguire una strada è Don Carlo. Lo stesso superiore del missionario in crisi, sapeva che spingendolo a fare una esperienza secolare avrebbe poi apprezzato la sua missione e l’ambiente pulito di una società non ancora evoluta, corrotta e disastrata.
La fine del film può sembrare positiva e liberatoria. Don Carlo tornato in Africa, vede con Skipe la sua famiglia, compresa Lara ed il suo bambino riunita per Natale nella stessa casa. Ma non è né un ritorno ai valori perduti né un messaggio di fratellanza. Sono solo situazioni di comodo di tutti, che si sono adeguati ad uno sporco compromesso. Ultima spiaggia di una ormai involgarita ed ipocrita società che per solo egoismo finge ancora di essere umana e solidale. L’unica persona per bene ed umana è il missionario. Dopo questo film sarà difficile che Carlo Verdone riesca a dire di più sulla commedia all’italiana, che è poi sempre la commedia umana.
(Lunedì 25 Gennaio 2010)
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