 Una pellicola di Eduardo Tartaglia La valigia sul letto Commedia mediocre con momenti di originalità
di Mirko Lomuscio  Terza esperienza cinematografica del napoletano Eduardo Tartaglia (Il mare, non c’è paragone), La valigia sul letto è una commedia di stampo tipico partenopeo, ispirata ad una sua opera teatrale, che promette qualche sana risata. L’impiegato all’anagrafe Achille (Tartaglia) convive da 12 anni con la bellissima Brigida (Veronica Mazza), la quale come lavoro fa volantinaggio, vestita da polpetta, per il macellaio Don Nicola (Ernesto Mahieux). Il loro menage, però, non può dirsi totalmente felice per cause economiche: l’avviso di sfratto per il mancato pagamento di una rata mensile dell’affitto e il licenziamento d’Achille dal suo posto di lavoro. Inoltre Achille scopre di essere imparentato col boss malavitoso Antimo (Biagio Izzo), un pentito appena sfuggito dall’attentato della killer Ippolita (Alena Seredova), che molto presto diverrà compagno di avventure della sventurata coppia. Pedinati continuamente dall’ispettore (Maurizio Casagrande) che si occupa della loro incolumità, il gruppo non finirà di creare zizzania e continui imbarazzi a causa della loro forzata convivenza

Nonostante non abbia la fama di Pieraccioni, Tartaglia annovera, comunque, un suo pubblico di affezionati che segue i suoi progetti cinematografici che si alternano alle sue fatiche su palcoscenico. In questo suo nuovo film porta la tipica comicità partenopea verso argomenti come la camorra per realizzare una farsa piena di gag dialettali e tira e molla insopportabili. La valigia sul letto è una pellicola che vacilla tra il mediocre e la sufficienza ma infastidisce meno di tante altre commedie di basso livello che siamo stati abituati a vedere sui nostri schermi. La mancanza di volgarità e la professionalità del cast di contorno (il bravo Casagrande, l’istrionico Izzo) salvano la baracca dall’imbarazzo dell’operazione e Tartaglia, insieme alla compagna sia di vita che di scena Mazza, riesce a giostrarsi l’intero plot su cui ruota il film. Lo script, scritto a quattro mani dal regista insieme a Elvio Porta, pur non essendo un ottimo lavoro (alterna lungaggini in siparietti comici insopportabili e personaggi che vanno e vengono) ha un suo appeal e un guizzo di originalità nel colpo di coda finale. Ed e proprio il finale che riscatta l'intera operazione anche perchè capovolge quello sguardo troppo leggero assunto nei confronti della camorra. giudizio: * 1/2
(Venerdì 12 Marzo 2010)
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