 Deludente film confezionato ad hoc per un pubblico giovane Una canzone per te Opera prima di Herbert Simone Paragnani
di Antonella Murolo Musica, amicizia, corridoi di scuola, destino, amori, magia… sono i classici elementi che fanno da base alle teen comedy americane. E invece questa volta si tratta di un prodotto tutto italiano, frutto della collaborazione di Cattleya e MTV Italia. Regista del progetto, a metà strada tra esperimento cinematografico e operazione commerciale, è Herbert Simone Paragnani al suo primo lungometraggio, dopo diverse esperienze nel mondo della televisione. Esperienza che si vede tutta in questo “Una canzone per te”, film confezionato ad hoc per un pubblico giovane abituato ai meccanismi e alla patinatura del piccolo schermo. Emanuele Bosi, Michela Quattrociocche e Agnese Claisse sono al centro del classico triangolo tra la più bella della scuola, il più popolare e la sfigata. Attorno ai protagonisti ruotano le mille vicissitudini dei loro amici impegnati a districarsi tra la voglia di sfondare nel mondo della musica e la conquista dell’amore, tutti alla ricerca di una seconda possibilità. E per ottenerla ci si affida al soprannaturale, attraverso un videogioco, Second Chance, che regala a Davide la possibilità di rivivere la sua intera giornata e sistemare tutto ciò che era andato storto. Ma si sa, le cose non tornano mai come erano prima e nemmeno gli esperimenti vanno mai nel verso giusto.

Le basi per far diventare “Una canzone per te” un successo per adolescenti ci sono tutte, dalla scelta di un cast giovane e fatto di volti noti alla colonna sonora, affidata a Lost, Sonohra, BHC, Zero Assoluto e L’Aura, tutti ai vertici delle attuali classifiche italiane, che hanno collaborato fornendo non solo brani scritti appositamente per la pellicola, ma anche interpretando dei piccoli ruoli. Eppure il film non riesce a convincere: sarà per la recitazione forzata e a tratti molto esagerata dei personaggi, sarà per i dialoghi spesso banali e pieni di luoghi comuni o forse per la sceneggiatura che, a furia di inseguire diversi modelli, si perde in se stessa in maniera inconcludente, ma la pellicola, finale a parte, è un susseguirsi di banalità sparate a tempo di musica.
giudizio: * *

(Sabato 29 Maggio 2010)
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