 Il nuovo film del regista di "Donnie Darko" The Box - C'e un regalo per te Tratto da un racconto di Richard Matheson
di Mirko Lomuscio Per il suo ritorno dietro la macchina da presa il regista americano Richard Kelly, autore del cult movieDonnie Darko, decide di trasporre per il grande schermo un'opera letteraria. Sceglie Button, del celebre scrittore Richard Matheson, autore di Io sono leggenda e, tra l’altro, anche sceneggiatore di Duel di Steven Spielberg. Ma il film dal titolo The box prende subito le distanza dal racconto. A partire dall'ambientazione anni ’70, precisamente il 1976, dove la famiglia Lewis, lei Norma (Cameron Diaz) lui Arthur (James Marsden), sta per intraprendere un’esperienza alquanto sconvolgente che irromperà nella loro quieta vita. A portare scompiglio nella loro esistenza sarà una scatola misteriosa contenente un ordigno collegato ad un pulsante rosso che, Arlington Steward (Frank Langella), un losco e depurtato individuo, gli consegna offrendo loro un milione di dollari. Cosa c’è di pericoloso in tale ordigno? All’apparenza nulla, ma sembra che se il tasto verrà spinto qualcuno morirà all’istante. I coniugi Lewis accettano l'offerta complice la lauta somma offerta, ma le conseguenze del loro gesto saranno inaspettate e piene di sorprese.

Con questa terza opera Kelly decide di prendere le distanze da un certo tipo di regia a cui ormai ci aveva abituati. The box sulla carta è un racconto lineare che di ambizioso ha solo alcune parentesi a cui il regista non ha saputo rinunciare per complicare la trama. Il film è da considerare, comunque, molto più riuscito di Southland tales-Così finisce il mondo, la sua precedente opera che peccava di ambizione artistica. Il suo stile registico sembra qui virare verso una costruzione classica della struttura narrativa e dei personaggi senza utilizzo videoclippato della scelta musicale e senza visioni pseudo lynchane che mettono a disagio lo spettatore. In questo modesto thriller, cosparso di spruzzate fantascientifiche (un elemento a cui il regista non ha mai rinunciato), possiamo trovare alcuni riferimenti al cinema di Carpenter e Romero con tanto di cospirazione governativa. E' forse su questa insistenza nel voler costruire assolutamente un intreccio fatto di cospirazioni politiche che pecca lo script, firmato da Kelly stesso. Degli attori, oltre alle performance di una sempre più matura (nel senso di età) Diaz e di un calibrato Marsden, va ricordata la presenza di Langella, personaggio reso inquietante, grazie ad un trucco perfetto realizzato con la computer grafica. In fin dei conti The box è la prova che se Kelly accantona ogni ambizione registica e complicazioni narrative fini a se stesse, può anche divenire quella promessa cinematografica tanto osannata da tempo ma in verità ancora in cerca di conferma. giudizio: **

(Lunedì 12 Luglio 2010)
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