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![]() La perdita di un figlio e le sue “silenziose” devastanti conseguenze Rabbit Hole Vivere sospesi in una bolla di dolore di Roberto Leggio La perdita, il senso di oppressione, il deragliamento sommesso della vita di chi rimane. Rabbit Hole è un film, ma è anche una disamina del dolore nell'accettazione di un lutto. Un macigno sotto il quale la vita normale viene schiacciata dopo la perdita di un figlio di quattro anni, investito per “caso” per aver corso dietro al suo cane. Becca (Nicole Kidman) e Howie (Aaron Eckhart), sono i due genitori, che a distanza di otto mesi dalla perdita, cercano di “sopportare” il peso del vivere quotidiano, affrontando il “dopo” ognuno in maniera diversa. Se lui tende a obliare l'evento guardano e riguardando i filmini del figlio fatti con il proprio telefonino, lei si auto isola dandosi al giardinaggio, alla preparazione di torte e manicaretti e alla sistematica eliminazione di tracce e ricordi. Per fuggire da questa claustrofobica “tana di coniglio”, lui cerca una sorta di conforto iniziando a frequentare una donna conosciuta in una terapia di gruppo, mentre lei si avvicina (in una sorta di confessione e auto analisi) al ragazzo che era alla guida dell'auto in quel giorno fatale.
(Giovedì 10 Febbraio 2011) |
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