 Non originale ma gradevole l'ennesimo film sulla danza Streetdance 3D Ottimo l'uso del 3D
di Marco Lucio Papaleo Di film che narrano le passioni (dentro e fuori la pista da ballo) di aspiranti ballerini di danza moderna, il cinema non ce ne ha mai fatto sentire la mancanza. Nonostante un canovaccio spesso abusato e povero di innovazioni, questo tipo di opere trova (quasi) sempre la sua fetta di pubblico e riesce ad accontentarla con un intrattenimento leggero ma gradevole. Dopo il buon successo riscosso in patria, arriva ora da noi StreetDance 3D, in cui una “crew” di streetdance, per aver modo di allenarsi in vista della finale del campionato nazionale, dovrà coordinarsi con un gruppo di ballerini di danza classica. Inutile dire che le differenze, e l'amore per il ballo, finiranno per unirli...

Sebbene non proponga niente di particolarmente esaltante né da un punto di vista della sceneggiatura né da quello registico, il film diretto da Max Giwa e Dania Pasquini risulta molto gradevole, vuoi per l'ambientazione diversa dal solito sobborgo americano, vuoi per il connubio tra danza classica e moderna, capace di rinfrescare idee e coreografie in un genere a volte un po' stantio. Le esibizioni sono ottimamente riuscite, nonostante una regia non particolarmente attenta, e gli interpreti della pellicola, in gran parte talenti provenienti da programmi tv come Britain's got talent, si rivelano discreti attori oltre che talentuosi ballerini. Interessanti, inoltre, l'originale colonna sonora e un buon utilizzo della stereoscopia, per la seconda volta utilizzata in un film sulla danza dopo lo Step Up 3D dell'anno scorso.
giudizio: ** 1/2

(Venerdì 25 Marzo 2011)
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