 Il regista premio Oscar a Roma per la presentazione di The Next Three Days Paul Haggins "Il mio è un film sulla forza dell'amore"
di Roberto Leggio  Roma – Non era mai accaduto, ma Paul Haggis ha riscritto un film. E' strano, perché lo sceneggiatore perfetto, autore di Crash, La Valle di Elah e Million Dollar Baby (compreso il reboot di James Bond Casino Royale ed il suo seguito Quantum of Solace), ha voluto esplorare a modo suo l'ottimo film francese Pour Elle, adrenalinico psico-thriller su un uomo qualunque che si mette in gioco pur di far evadere la moglie, accusata (forse ingiustamente) di omicidio. Un remake certo, ma con molta sostanza. The Next Three Day con protagonista Russel Crowe, è un film che prende alla gola soprattutto per la sceneggiatura che non scade mai, anche quando l'inverosomiglianza strizza l'occhio alla realtà. Una storia di disperazione spinta dall'amore senza compromessi nei confronti dell'unica donna per la quale vale la pena tentare il tutto per tutto. “E' un ottimo snodo narrativo, anche se molto classico. Da tempo volevo realizzare un thriller dove l'amore gioca un ruolo centrale”. Confessa oggi il regista sceneggiatore due volte premio Oscar alla presentazione alla stampa del suo nuovo film che uscirà venerdi 8 Aprile in 450 copie distribuite da Medusa. “Fare un remake non è sbagliato, l'ha fatto anche Scorsese” ha chiosato Haggins alla domanda sull'esigenza di una versione americana. “La storia originale non poneva molte domande, dava più spazio all'azione Io voluto porre ulteriori domande, amplificare i sentimenti del nostro eroe per caso”. Ed infatti il film fa leva sulla natura umana nel credere in qualcuno sempre e comunque.
Uno psico-thriller sull'amore, dunque... E' una questione che mi ha sempre affascinato. E' uno snodo narrativo che attrae sempre gli sceneggiatori. Le storie d'amore sono varie e diverse. Questa è riposta nella fede, anche cieca, che si ha verso l'altro.
Non le sempre però che il finale sia un po' troppo rivelatore... Ho fatto questo? E' una bella domanda. Ogni spettatore si aspetta un lieto fine e si chiede “ma è andata veramente così?” Nel film ho dato degli elementi sulla notte dell'omicidio, ho fatto vedere cosa è accaduto... ma alla fine mostro la scena al contrario. Forse è stata lei, oppure no... Tutto il film è una “prova” d'amore. E per lei, lui, è disposto a fare qualsiasi cosa, anche se poi lei, magari, non lo amerà più...

Russel Crowe è perfetto nel ruolo dell'uomo comune che si caccia in una situazione straordinaria. Pensava a lui mentre scriveva la sceneggiatura? Uno degli errori più comuni è scrivere pensando subito a chi vestirà i panni del protagonista che si sta inventando. Si viene sviati perché te lo vedi per quello che ha fatto. Russel è stato contattato dopo che la sceneggiatura era finita.
Le sue “storie” sono sempre dense di significato, come fa ad essere così perfetto? La sfida che mi pongo è trovare una storia che prenda alla gola. Ho impiegato un anno a scrivere Million Dollar Baby e la perfezione è arrivata dopo che avevo buttato e riscritto varie stesure. L'ultimo film che ho scritto e che realizzerò tra breve, l'ho scritto in un anno e mezzo... Sono molto critico con me stesso e se non mi prefiggo di avere un script perfetto, continuo a lavorarci su. Sono spettatore di quello che scrivo, perciò mi pongo nei panni di chi poi andrà a vedere il film.
Ha mai rinnegato un film che ha scritto? Si, ho fatto molti errori nella mia carriera. Ma se dovessimo parlare perché un film è venuto male, staremo qui ore.
Chi è il suo miglior critico? Mia moglie. Lo è ancora adesso che siamo separati. Tutte le sceneggiature che ho scritto le ho fatte leggere a lei. Se passano attraverso la sua approvazione, allora vuol dire che ho raggiunto il mio scopo. Per il nuovo film ho coinvolto però un mio amico critico, perché volevo un punto di vista diverso. A lui è piaciuta molto e sono pronto a partire.
In sottotraccia è un film a cui lei tiene molto... Si, ma non voglio svelare troppo. Si chiamerà Terza Persona e parlerà di tre storie d'amore che si intrecciano in un breve lasso di tempo. La struttura è come quella di Crash.
Cosa è per lei la scrittura? Una sorta di espiazione. Scrivendo si peggiora come uomo. Quindi come in una seduta psicoanalitica si deve arrivare ad armonizzare sia l'uomo che lo scrittore. E' importante però che lo scrittore non prenda il sopravvento sull'uomo.
E per questo che i suoi hanno una forte connotazione morale? La vita di tutti i giorni è molto complicata. L'aspetto più intimo dell'animo umano spesso collide con la realtà. Spesso abbiamo torto quanto affermiamo di avere ragione al 100%. Per questo motivo la questione morale nei miei film è molto accentuata. In quello che scrivo porto la mia vita, quelle cose che non accetto e le trasferisco sulla carta.
Lei ha criticato la guerra di Bush con La Valle di Elah, adesso come vede questo “interventismo” in Libia? Sono uno dei pochi che ha criticato negativamente Obama per questi bombardamenti. Ma la domanda non è sul perché gli Stati Uniti vadano ad esportare una democrazia armata nel mondo, quanto sul fatto che siamo noi a creare i nostri nemici. E' successo con l'Iran dello Scià, poi quando abbiamo armato i ribelli per disfarsi dei russi. Per quanto riguarda la Libia e l'Egitto, non ho una preparazione adeguata. Ma è chiaro che se siamo li e per qualche nostro tornaconto...
(Lunedì 4 Aprile 2011)
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