 Boldi continua la sua carriera da solista Matrimonio a Parigi Commedia molto trash ma divertente diretta da Claudio Risi
di Mirko Lomuscio Dopo gli exploit economici delle sue ultime quattro fatiche cinematografiche (Olè,Matrimonio alle Bahamas, La fidanzata di papà e A Natale mi sposo) Massimo Boldi, imperterrito, continua la sua carriera da solista. Le nozze imminenti è il fil rouge che lega tra tutte queste opere (per Olè occupano giusto l’epilogo), e naturalmente, come da titolo, anche Matrimonio a Parigi tratta la stessa tematica, con un canovaccio che guarda alla commedia italiana sfoggiando le solite spalle comiche che Boldi è solito utilizzare (Salvi, Izzo, Barbera, Ceccherini). Stavolta l’ex cipollino interpreta il ruolo di Lorenzo, milanese venditore televisivo di un’emittente di sua proprietà, TeleLecco(!)Sat, che, insieme alla moglie Elvira (Paola Minaccioni) e al compagno di lavoro Leonardo (Massimo Ceccherini), che intraprende un viaggio nella capitale francese per andare a trovare suo figlio Mirko (Emanuele Bosi). Quest’ultimo ha un amico partenopeo di nome Diego (Guglielmo Scilla), anch’egli in attesa della sua famiglia in arrivo a Parigi, mamma Costanza (Annamaria Barbera) papà Gennaro (Biagio Izzo), capitano della finanza, e sua sorella Natalina (Diana Del Bufalo). Ben presto i due nuclei familiari avranno modo di incrociarsi e, tra un equivoco e l’altro, saranno costretti anche a convivere nella stessa camera d’albergo nonostante alcune divergenze iniziali.

Su queste esili basi poggia Matrimonio a Parigi, lungometraggio scanzonato, inizialmente poco avvincente, che comunque riesce ad accattivarsi la simpatia del pubblico. Infatti il film, diretto dal figlio d’arte Claudio Risi (sua la regia di una serie tv cult come I ragazzi della 3a C), per quanto si sorregga su un soggetto poco sviluppato e meno solido delle tre pellicole precedenti interpretate da Boldi (Olè è di tutt’altra pasta), è quello che del gruppo riesce meglio nell’intento di divertire, usando al minimo una certa dose di volgarità. La formula vincente, se proprio così si può chiamare, sta nella simpatia degli attori, le solite facce che Boldi utilizza, consapevole della loro professionalità. La Barbera (Il paradiso all’improvviso) continua ad essere sempre meno efficace sul grande schermo, però qui è utilizzata degnamente e a se stante, mentre Izzo (Natale in India) ed Enzo Salvi (Bodyguards-Guardie del corpo), nonché siano ancora relegati nel limbo dei guitti (il secondo più del primo), lasciano il loro segno indelebile di spalle forti. Dei comprimari Ceccherini (Il ciclone) dal capello platinato è quello che ne esce meglio, mentre i giovani Bosi (La vita è una cosa meravigliosa), Scilla (Una canzone per te) e Del Bufalo fanno parte della solita parentesi teen, qui sviluppata anche con la dovuta distanza dal resto della trama. Per quanto attiene, poi, alle bellezze di contorno bisogna dire che a Loredana De Nardis (Matrimonio alle Bahamas) e Raffaella Fico (divetta de L’isola dei famosi) spetta il peggio, e risultano presenti e fini a se stesse nei ruoli che ricoprono (e la sottotrama del concepimento cucito sulla De Nardis poco aiuta in questo caso). Guest star d’eccezione è il pornodivo Rocco Siffredi (Romance), qua nella divertente, e divertita, parte di un famoso stilista dalle abitudini sessuali ambigue. La cosa strana di questa pellicola è che, nonostante non si possa fare a meno di notare la sua sciattezza complessiva tra struttura e sviluppi dei personaggi, non si può fare a meno di constatare la sua riuscita in termini di divertimento e simpatia. Ovviamente, non si può considerare un capolavoro nel suo genere e, soprattutto, il matrimonio del titolo occupa cinque minuti appena di durata. giudizio: * 1/2

(Venerdì 21 Ottobre 2011)
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