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![]() Vince "Le Jour où les Fils de Rainer s’est noyé" di Aurèlien Vernhes-Lermusiaux Cà Foscari Short Film Festival Si è chiusa con le rare immagini di un Chaplin ritrovato la seconda edizione di Oriana Maerini Venezia. – Un auditorium Santa Margherita gremitissimo ha salutato la fine della seconda edizione dello Short – Cà Foscari Film Festival con una cerimonia di chiusura che non aveva nulla da invidiare a festival cinematografici più celebri. Ad aprire l'evento in modo spettacolare sono state le suggestive immagini visive del duo Washout Project che, attraverso il loro loro live-set sperimentale, hanno messo in scena uno spettacolo multimediale che avuto come protagonista la città lagunare. Dopo i saluti ed i ringraziamenti di Maria Roberta Novielli, delegata del rettore per le attività cinematografiche, sul palco è salita la giura ovvero Irene Bignardi e Rachid Mohamed Benhadj accompagnati dal direttore artistico Roberto Silvetri. Assente giustificato il terzo membro, Pappi Corsicatoha inviato, invece, una lettera di apprezzamento per il festival. Alla domanda di Silvetri su come andrebbe modificato il festival la Bignardi ha risposto che è perfetto così com'è e di essere stata colpita dall'alta qualità delle opere in concorso. Rachid Mohamed Benhadj , regista-artista algerino che da anni insegnante di cinema in Italia ha, invece, messo il dito nella piaga: "Come mai non ci sono le scuole di cinema italiane?Cosa può fare per il festival per spronare la loro partecipazione?. Poi, entrando nel clou della cerimonia si è dato avvio alla premiazione. La giuria ha assegnato il Leone del Futuro, ovvero il primo premio, a Le Jour où les Fils de Rainer s’est noyé di Aurèlien Vernhes-Lermusiaux, un corto prodotto dalla scuola francese Le Fresnoy che, attraverso un virtuosistico piano sequenza di quindici minuti, narra delle reazioni al dolore per la morte di un bambino da parte della comunità di un paesino, mentre questa è in cammino per dare la notizia a genitori, ancora ignari di tutto. Sintetica ed esaustiva la motivazione del premio: “Per la tensione ed il senso di mistero con cui si racconta un tragico evento, trasformando l’esplorazione delle reazioni di una comunità da esercizio di stile, in un momento di altissima empatia”. L'opera Aurèlien Vernhes-Lermusiaux, girata interamente in bianco e nero è esteticamente impeccabile e narrativamente superba in quanto, riesce a trasmettere allo spettatore, nonostante la quasi totale assenza di dialoghi, la rassegnazione e di dolore della perdita. Il regista, non presente alla serata finale, ha comunque ringraziato la giuria ed il pubblico, in un commosso video-messaggio “Vorrei creare un cinema poetico, contemplativo e sensuale. Un cinema fatto di percezioni tali da far entrare lo spettatore nel mio mondo”. Le Jour où les Fils de Rainer s’est noyé di Aurèlien Vernhes-Lermusiaux
(Domenica 1 Aprile 2012) |
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