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Porta sullo schermo "E fuori nevica" il suo successo teatrale del 1994

Vincenzo Salemme

"E' un film sugli attori. Li metto in mostra e mi limito a riprenderli"


di Oriana Maerini


"Era da molto tempo che pensavo ad una trasposizione cinematografica di "E fuori nevica" ma solo a giugno ho maturato il proposito di riunire il gruppo di interpreti di una commedia di grande successo che ha portato fortuna a tutti gli attori, a partire da Enzo Iacchetti che ha elaborato l'idea originale. - così Vincenzo Salemme racconta la genesi di questa operazione commerciale che porterà, distribuita dalla Warner Bros in 280 copie, l'opera teatrale che gli ha donato il successo nel 1994. Salemme non cambia la squadra vincente (Buccirosso, Paone e Casagrande) ma per il grande schermo la completa con personaggi di contorno (Panariello, Madè e Quattrini) trasportando la storia della difficile convivenza dei tre fratellii (Enzo, immaturo e incapace di assumersi ogni responsabilità; Stefano, ansioso e depresso per un matrimonio irrealizzabile e Cico è il classico picchiatello che vive in una realtà tutta sua) in un contesto meno caustrofico (le scene della convicenza coatta in casa sono inframezzate da quelle all'aperto) che rende, però, il ritmo comico della commedia meno incalzante.
Da sempre diviso fra teatro e cinema l'attore, regista e sceneggaitore inizia la sua brillante carriera attoriale comincia, a 19 anni, grazie ad un pizzico di fortuna, niente meno che alla corte di sua maestà Eduardo de Filippo.
Partecipa prima come comparsa in "Quei figuri di tanti anni fa ", per poi continuare come attore ne "Il Cilindro" ed "Il Sindaco del Rione Sanità" trasmesse da Rai 1 nella stagione televisiva 1978/79. Da allora la collaborazione con la Compagnia di Eduardo è proseguita fino alla sua morte, avvenuta nel 1984, ed è andata avanti con il figlio di questi, Luca, fino al 1992.
Accanto all' intensa attività teatrale Salemme affianca anche una brillante carriera cinematografica conquistata grazie alla trasposizione dei suoi maggiori successi teatrali come appunto ....E fuori nevica



E' stato facile riunire il gruppo di attori dell'epoca?
No, perchè dopo questo spettacolo ognuno di noi ha avuto carriere molto fortunate e non era facile trovare il momento in cui tutti e quattro potevamo girare insieme. Fa di noi c'è stato sempre un rapporto di grande affetto scevro da sentimenti gelosia ed appena li chiamati hanno accettato l'idea.

Quali dei tre ha contattato per primo?
Non ricordo, forse Carlo (Buccirosso ndr) o Nando (Paone ndr) perché Maurizio (Casagrande ndr) stava lavorando all’estero in quel momento. Ma in fondo che importanza ha, è come chiedere ad un nipote a quale zia vuole più bene!”

Spera che al cinema venga lo stesso pubblico che ha avuto in teatro?
No, i miei spettatori a teatro sono abitudinari mentre quelli del cinema sono occasionali e saltuari. Mi auguro, ovviamente, di portare in sala le persone più diverse, anche i giovani, grazie ai ritmi più veloci su cui il film può contare rispetto al palcoscenico.

Non pensa che l'happy end cinematografico possa allontare il pubblico che ha amato la commedia sul palcoscenico?
Non credo. Del resto il cambiamento di finale è stato necessario perché in teatro, una volta chiuso il sipario, gli attori ritornano in scena per salutare il pubblico che li vede vivi e vegeti. Al cinema è importante chiudere una commedia con un lieto fine per non lasciare l'amaro in bocca allo spettatore.

Perchè ha deciso di inserire la figura femminile di Margareth Madé?
Perchè la storia d’amore con la dirimpettaia funziona sempre. È una di quelle formule fisse della commedia all’italiana. Alla fine, per fare un buon piatto di spaghetti al pomodoro, gli ingredienti sono quelli; ciò che conta è come poi li mescoli.

Una ragazza cieca, perchè?
Anche questo è uno stratagemma per far risaltare la superficialità di Enzo, il mio personaggio che spia la ragazza dal balcone ma non riesce nemmeno a capire che lei lo sta guardando, senza però riuscire a vederlo.

Non è la prima volta che porta al cinema un suo successo teatrale, come affronta queste sfide?
Il segreto è lavorare con gli attori. Al di là della commedia, della storia, penso che questo, in particolare, sia un film di attori. Li mette in mostra, sono loro a dar ritmo al film. Io mi sono limitato a riprendere il loro affiatamento sul set, la loro spontaneità.



Un aneddotto sulla mirabile scena della pizza?
Abbiamo cambiato nome. A teatro sfruttavamo l'idea dell'altezza con la quale Nando lancia la pizza e la chiamavamo "Paradiso". Al cinema sarò invece una capricciosa perchè fa le bizze...

Preferisce il cinema o il teatro?
Fare un film vale più di 23 anni di palcoscenico. Questo non dipende tanto dal numero degli spettatori ma da quello che gira intorno ad una pellicola: trailers che passano in televisione, articoli sui giornali e sulle riviste.

Come è diventato attore?
Quando frequentavo il liceo recitavo in una commedia di Eduardo. Un attore della sua compagnia, Sergio Solli, venne a darci una mano. Mi trovò bravo e mi portò da Eduardo per un provino e lui mi ingaggiò. E' una fortuna che devo molto a Pupella Maggio. Fu lei a convincere De Filippo che dicevo bene la mia battuta che recitava così: "sono solo cinque lire!".

Se non avesse fatto l’attore-regista cosa avrebbe voluto fare?
L’avvocato (come il padre) o il calciatore, perché vincono e si vedono in Tv.

Quali sono le sue debolezze?
L'ansia e l'orgoglio. Ma sono anche un tenero che si commuove davanti ad un film di Lubitsch.

Qual è il suo attore preferito?
Depardieu perché è un orsacchiotto morbido. E' un uomo coraggioso e disorganizzato, un attore non pulito.



(Venerdì 10 Ottobre 2014)


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