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Sopra una macchina volante l'alieno e la bambina imparano a coesistere

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Fantanimazione comica ed originale


di Roberto Leggio


Ho è l'esemplare più pasticcione di Boov, una razza aliena alla perenne ricerca di un posto dove stare. La scelta cade sulla Terra e quindi tutta la popolazione ci si installa, non prima di aver svuotato il pianeta dagli esseri umani. In questo nuovo mondo Ho, spera in una vita migliore fatta di socialità, amicizia e qualcosa di più. Ma “scombiccherato” com'è, commette un errore madornale avvisando senza saperlo i Gorg, nemici giurati dei Boov, i quali potrebbero mandare a monte la colonizzazione. Così è costretto a fuggire alle ire dei suoi compatrioti per non essere arrestato e bandito per sempre dalla comunità. Nella sua fuga si imbatte in Tip, unica ragazzina scampata all'esilio del genere umano, alla disperata ricerca della propria madre. Superate le prima diffidenze , a bordo di una macchina volente ad aranciata, i due si coalizzano iniziando un viaggio che porterà un nuovo equilibrio tra le due razze.


Senza girarci attorno andate a vedere Home. Ho, l’alieno violetto (ma volendo può diventare di qualsiasi colore) disadattato e la bambina caparbia, sono forse la migliore coppia comica degli ultimi tre anni. In corsa per salvare in qualche modo i loro rispettivi mondi (che poi è la Terra), si guadagnano il plauso del pubblico, ma anche della critica, spesso “ostica” quando si tratta di animazione (che non sia targata Pixar o Disney). Qui il prodotto è della Dreamworks e quindi la paternità è totalmente di Steven Spielberg che di alieni e bambini se ne intende. L’E.T. della storia non vuole tornare a casa, deve rimediare ad un errore di tastierizzazione, in quanto ha spedito nello spazio un SMS che scatenerebbe la furia di una “razza” aliena guerriera, famosa per essere devastatrice di pianeti e sistemi solari. Il contrappasso è Tip, ragazzina tutta pepe originaria delle Barbados (proprio come Rihanna), che vuole (deve) andare a liberare la mamma rapita dai compatrioti di Ho, i quali hanno relegato tutta la razza umana in Australia in un complesso di vivibilissime case basse scevre da ogni turbamento. La metafora è chiara, la Terra sarebbe un pianeta migliore senza gli esseri umani, in quanto a ben vedere non bramano in nessun modo di tornare alla propria vita. Senza contare che tutto il film allude ad uno scontro tra razze, come opportunità per costruire un solido legame tra generazioni per garantire la prosecuzione della specie (non è importante quale) in qualsiasi luogo dell'universo: la propria casa, appunto. Temi alti per questa fiaba post-apocalittica di due incompresi che finiscono per interagire, capirsi ed evolversi superando qualsiasi barriera. Il regista Tim Johnson, con molta astuzia, dirige un film forse troppo per adulti (anche se in qualche punto la sceneggiatura è farraginosa), dosando i temi però con una semplicità disarmante per essere compresa da tutti i bambini, arrivando così ad arrivare al cuore senza tanti panegirici. L'intento è infatti quello di trovare un perfetto equilibrio tra poesia e comicità, senza risparmiare nulla all'emotività. Anche perché in questi “strani” tempi attuali, un po' goffaggine interrazziale non può che fare del bene.

Giudizio: **1/2



(Sabato 28 Marzo 2015)


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