 Tremende ferite ancora aperte La Bugia Bianca Inutile tentativo di riaprire un dramma collettivo totalmente femminile
di Roberto Leggio Vent’anni fa la Bosnia Erzogovina bruciava di guerra. Oggi pacificata vive di pesanti ricordi e tremendi segreti. Grazie ad una ricercatrice tornata per una serie di conferenze per non dimenticare un passato di violenza sistematica sulle donne (stupri di massa per cancellare annacquare un etnia), una studentessa di musica (che spera in un futuro presso una prestigiosa scuola italiana) scoprirà, non senza sofferenze, cosa significhi mentire per amore. 
Falsissimo tributo per non scordare una guerra fratricida che insanguinò i Balcani e che seminò morte e distruzione in una terra in perenne tumulto. Ambientato in Bosnia Erzegovina, ma senza qualsiasi particolare che possa ricollegarla a quella terra, è un film totalmente indipendente recitato malissimo (tranne che da Stefano Pesce) e zeppo di dialoghi che si vorrebbero pregnanti e che invece creano spaesamento. Eppure per l’esordiente Giovanni Virgilio è un appassionato e sincero desiderio di riportare a galla un dramma collettivo che vide migliaia di donne vittime di stupri e torture e che si portano addosso ferite non ancora rimarginate. Peccato però che il suo lavoro non trovi mai un giusto equilibrio e non crei mai un senso di disgusto o stupore. Puntigli che per il tema trattato avrebbe dato un senso compiuto a tutta l’operazione.
Giudizio: *

(Venerdì 23 Ottobre 2015)
Home Recensioni  |