 Luce bianca, bellezza e rosso sangue The Neon Demon Videoinstallazione di arte cinematografica
di Roberto Leggio L'innocenza del diavolo. Glitterato. Jesse è una aspirante modella dei 16 anni. A Los Angeles trova il suo “mondo”, davanti a fotografi “solitari” che nel bianco dei loro teatri di posa “scoprono” la sua bellezza, la sua giovinezza e la sua vitalità. Ma il mondo delle passerelle è un microcosmo di "donne vampiro" piene di invidia che farebbero di tutto pur di non essere spodestate nella loro vacua vanità. Ossessionate dalla bellezza fresca della ragazza venuta dal nulla, un gruppo di esse faranno di tutto per ottenere quello che lei ha.

Il mistero dell'immagine è il succo di tutta la cinematografia di Nicholas Winding Renf. Walhalla Rising era brutto, sporco e cattivo; nebuloso e violento come un rozzo videogame. Drive giocava sull'essenza: scene secche senza sbavature, recitazione minimale, esplosioni di violenza e silenzi. Il silenzio era il sunto di God Only Forgives, storia di spade e vendetta, buio quanto basta da psicanalizzare l'anima nera che si agita in tutti noi. In The Neon Demon, questo film, i contrasti di luce bianchissima e nerissima sono i legami di tutto. Poi c'è il sangue (finto, vero, immaginato), ovvio. Come pure il narcisismo e l'invidia che scaturisce dai corpi in “mostra” nei teatri di posa. Più di un film è una ricerca estetica di una malata installazione artistica. Tutto è plastico, fittizio, anche volendo la morte che grava fin dalla prima sequenza di apertura. La domanda è: ci si trova davanti ad un film d'arte cinematografica oppure siamo al cospetto di patinata videoarte? Il dubbio resta come la risposta costretta a restare inevasa. L'unica cosa che si può dire che The Neon Demon è un film sulla bellezza. Femminile. Luminosa. Oscura. Sanguinaria. Unica. Come droga per vampiri affamati della propria magnificazione. Horror di bramosia e feticizzazione di corpi “illuminati” da neon blu e rossi, sul vuoto pneumatico di un mondo glitterato ed inconsistente. Renf frulla la superficialità della modelle in cerca di successo a tutti i costi. Ma il risultato è tanto potente, quanto superficiale.
Giudizio **

(Lunedì 6 Giugno 2016)
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