 Favola ecologista tra i boschi del Maryland Il Drago Invisibile Remake di un film che fece la storia della tecnica mista
di Roberto Leggio Dieci anni fa una macchina di rovescia e mentre muoiono mamma e papà, il bambino Pete viene salvato e “adottato” da un enorme drago verde che il piccolo chiama Elliott in onore del protagonista del suo libro di fiabe preferito. Negli anni entrambi (grazie anche alla capacità di Elliott di rendersi invisibile) riescono il più possibile di tenersi lontano dalla società e dai boscaioli che pian piano distruggono l’ambiente in cui vivono. Ma una guardia forestale, figlia di un nonnetto simpatico che dice di avere visto un drago volare durante la sua infanzia; incappa in Pete e lo porta a casa cercando di “integrarlo” nella società civile, grazie e soprattutto alle insistenze di Natalie, la figlia dell’uomo di cui è innamorata. Strappato dalla sua vita selvaggia, Pete cercherà di difendere il suo amico Drago, ma tenerlo fuori dalle mire degli uomini sarà molto difficile.

Remake di un film per famiglie a tecnica mista (cartoon e umani) che fece storia nel 1977, Il drago invisibile di oggi (sempre Eliott) è un compendio di CGI, bambini, mamme e papà, buoni sentimenti e un possente messaggio ecologista. Ambientato in un bosco del Maryland, dove un bambino (unico sopravvissuto ad un incidente) e il Drago (amico,mentore e padre putativo) sono entrambi alla ricerca dei propri simili (avendone però curiosità e allo stesso tempo ripulsa); anche se gli umani con la loro (ir)razionale facoltà di non credere all’impossibile sono più votati all’autodistruzione propria e dell’ecosistema. Un racconto in bilico tra la realtà di tutti i giorni e una fiaba fantasy dall’alta morale disneyiana. Tutto scorre nella migliore tradizione della casa di Burbank, dove, proprio come dovrebbe essere; sono proprio i bambini (tanto amati da Walt) a insegnare agli adulti che la felicità si conquista con il bontà e non il contrario. Ad ottant’anni suonati, Robert Redford con il suo volto scolpito fa da trade – union tra l’infanzia e la maturità degli esseri umani, in quanto incarna il nonno che fu l’unico bambino a vedere il drago e non fu creduto. E sarà proprio lui ad avere la soddisfazione tardiva chiudendo il cerchio “magico”. Fondendo Mowgly, La Storia Fantastica e Il ragazzo selvaggio; il film di David Lowery ritorna a quella dimensione (in parte perduta) della Disney ante litteram. E non è detto che il live-action (proprio come il recente Libro della Giungla) sia un male. Anzi. Ne guadagna in divertimento.
Giudizio **1/2

(Mercoledì 10 Agosto 2016)
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