 tratto dall'omonimo libro di Massimo Simonini Noi, tre italiani Visto al Teatro Mongiovino di Roma
di Oriana Maerini La mantenere viva la memoria storica di un Paese è molto importante e per questo lo “Noi, tre italiani”di Massimo Simonini, con la produzione dell’Associazione Culturale Sperimentiamo Arte Musica Teatro e la regia di Nataliia Florenskaia è da considerarsi una "perla" nel panorama teatrale contemporaneo. Chi di noi ricorda il sacrificio degli italiani durante la sua Prima Guerra Mondiale e le cruente battaglie combattute fra Trentino, la Carnia, il Carso e l’Isonzo contro il nemico austriaco? Uno spettacolo destinato, soprattutto, ad un platea giovane perché fa comprendere l'humus dal quale scaturisce il patriottismo e lo spirito di abnegazione per la difesa della propria terra da parte di giovani che sono diversi fra loro come provenienza geografica e cultura ma amalgamati dallo spirito di un ideale comune. Uno spettacolo commovente e di grande valore per la descrizione della fragilità e della spiritualità dell'essere umano. “Noi, tre italiani” mette in scena tre storie realmente accadute, tre vite vissute e stroncate dalla guerra. Sono Riccardo (giovane idealista di Udine), Giovanni (pastore abruzzese che si trova catapultato nel conflitto) e Ciro (emigrato in America che sceglie di rientrare in Patria per lottare contro il nemico della sua Patria), tre ragazzi appena ventenni pieni di ambizioni e speranze. Parlano dialetti che sembrano lingue, crescono in famiglie umili ma aperte ai loro sogni, vivono in un Paese, l’Italia, giovane e pieno di contraddizioni, dove il progresso si alterna con la povertà. Siamo agli inizi del ‘900 e le loro storie sono vere. Le loro storie si intrecciano sul fronte inanellando un vortice di sentimenti, speranze, illusioni e disfatte. Ciro sarà l'eroe, grande combattente che muore dopo una serie di imprese ardite, Riccardo sarà la prima vittima sacrificale, il giovanissimo agnello che si immola per i suoi ideali sociali. Giovanni sarà l'unico a tornare a casa con un bagaglio di tristezza e maturità. Sono tre "microstorie" proiettate sullo sfondo della Grande Storia italiana ma sono esempi meravigliosi di un spirito patriottico e di grande unità degli italiani che non si respira più in ai nostri giorni. Fra le storie quella che mi ha più emozionato è quella di Ciro, un ragazzo che escluso dal suo paese perchè costretto ad emigrare per sopravvivere "sceglie" di rientrare volontariamente in Italia per combattere a favore della sua liberazione. Quale messaggio più moralmente alto per un giovane d'oggi?

Ideato in occasione del Centenario della Pace 1918-2018, “Noi, tre italiani” è, infatti, un’emozionante opera sulla Prima Guerra Mondiale ispirata all’omonimo romanzo di Massimo Simonini (Ed. Efesto). I giovani attori sono tutti bravissimi ed in parte Interpretato da Angela Agresta, Mariagabriella Chinè, Marcello Cirillo, Daniela Conti, Fabio Fantozzi, Fabrizio Scuderi e Luigi Testoni. Maestro di combattimento Luca Ventura. Essenziali ma efficaci le scenografie che ricostruiscono la vita al fronte e un ospedale da campo, ottima la regia. L’opera, Teatro Mongiovino il 20 dicembre, approda a Roma dopo aver riscosso un grande successo riscosso durante una lunga tournèe di repliche in tutta Italia, dove ha incontrato e dialogato con giovani e adulti. Progetto Vincitore dell’Avviso Pubblico “Un Teatro per la Comunità – Proposte culturali per il Municipio” e finanziato dal Municipio Roma VIII

(Lunedì 22 Gennaio 2018)
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