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1712, tempi moderni…

La favorita

Il potere e la sua decadenza


di Roberto Leggio


All’inizio del XVIII secolo, la regina Anna d’Inghilterra, si lascia facilmente influenzare dalle persone più vicine a lei, anche nelle scelte della politica internazionale. Malata di gotta ed incapace di generare figli (ne ha perduti 18), ha una personalità fragile e un temperamento capriccioso, facile preda alle lusinghe e ai piaceri della carne. La sua amica intima, Lady Sarah Churchill Malboroug, governa il paese in sua vece (c’è una guerra in corso contro la Francia e servono finanziamenti anche a costo di aumentare le tasse) e al tempo stesso si prende cura della cattiva saluta della sovrana. Le cose cambiano quando a corte arriva Abgail Masham, sua lontana cugina, ex benestante ora sguattera e concubina. Presa sotto la sua ala protettiva, Abgail fa di tutto per piacere alla Regina, merito anche delle intemperanze della politica e della fragile situazione europea. Ben presto la giovane diventa la confidente della sovrana. Questo privilegio le permetterebbe di realizzare le sue perdute ambizioni e per giungere al suo vero obiettivo: tornare nobile tra i “nobili”. E per farlo, non permetterà a niente e a nessuno (donne, uomini, politica e conigli) di intralciarle la strada.


Il Potere. E la sua decadenza. Sembra di essere ai giorni nostri, invece siamo nel 1712, ai tempi del regno di Anna, prima regina di Inghilterra e Scozia. C’è una guerra in corso e servono soldi per sostenerla. Nella sua luminosa e allo stesso tempo lugubre dimora nella campagna inglese, la regina è presa tra due fuochi. Da una parte Lady Malboroug, consigliera politica, tanto eclettica quanto lasciva (oltre i pettegolezzi è la sua amante); dall’altra sua cugina Abgail Masham, nobile decaduta, prima sguattera e ora nuova cortigiana. Lo sguardo è quindi al femminile in mondo macilento totalmente maschile, spesso sopra le righe, grottesco e goliardico, (corsa delle aragoste, delle anatre e un tiro al bersaglio a colpi di arance), effimero e in dissoluzione. Yorgos Lanthimos, regista greco di plumbee degenerate umanità, con luci naturali, lenti deformanti e sovraimpressioni psicoanalitiche, mostra un periodo storico (un mondo?) avviato alla dissoluzione, impostando un sottile gioco alla seduzione e alla prepotenza per elevare una delle due “consigliere” al ruolo di Favorita. La sessualità è potere, per una volta non metaforico, si trasforma in un potente gioco psicologico che si fa prepotenza nelle scelte politiche di una intera nazione. La brama di esso, qui, molto malizioso e allo stesso tempo puerile, flirta con un insolita ironia nichilista facendo sorridere mettendo in evidenza le basse perfidie umane. E non servono le più geniali strategie per ergersi a “migliore” in campo. Perché alla fine i “conigli” siamo sempre noi. I comuni mortali. Animali da sacrificare e da schiacciare. E la Regina, buona, cattiva o inetta che sia, è sempre la Regina.

Giudizio: ***



(Lunedì 21 Gennaio 2019)


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