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Un giovane talento italiano a New York

Alberto Fabbretti

Un One Man Show su Stellan Skarsgrad e Uno Short Movie nelle sale


di Oriana Maerini


Uno su mille ce la fa. Il giovane attore Alberto Fabbretti è riuscito a realizzare il suo sogno di esprimere il suo talento negli States. Cresciuto a Verona vive, dal 2018, a New York dove, dopo aver frequentato la scuola di recitazione Susan Batson Studio, ha scritto, diretto, prodotto ed interpretato uno short movie dal titolo “36 Hours in New York”. Al suo fianco, nei panni del protagonista Louis, anche Marité Salatiello (Alexis) e Camila Susin (Julia)
Il film, racconta la storia di due giovani amiche, nonché ex-criminali, che non appena uscite di prigione si ritrovano alle prese con le numerose difficoltà che la società impone loro. Così, per recuperare dei soldi e ricominciare da zero la propria vita, decidono di mettere in atto una rapina in banca, quando improvvisamente conoscono Louis che, anche lui bisognoso di denaro, decide di unirsi alle due giovani.
Una storia dalle tinte noir che è stata accolta con successo in diversi festival internazionali. Attualmente, infatti, è in concorso al NewFilmakers NY, al Chelsea Film Festival di New York, al Direct Monthly Online Film Festival e al Lift-Off Global Session negli Stati Uniti. Inoltre, è finalista al Prague International Monthly Film Festival in Repubblica Ceca e al Kosice International Monthly Film Festival in Slovacchia.
Cinebazar lo ha incontrato per capire le ragioni del suo successo negli States.


Alberto Fabbretti in una scena di “36 Hours in New York”.



Quando è nata la tua passione per la recitazione?

Ho sempre desiderato fare l’attore. Ho iniziato a studiare recitazione nel 2018 presso il Teatro Stabile di Verona e ho poi proseguito all’Accademia Radiotelevisiva di Roma, dove ho seguito un corso sulla conduzione televisiva. Poi mi sono trasferito a New York, dove ho studiato per due anni presso il Susan Batson Studio.

L'impatto con la grande mela?

Non è stato difficile. New York è una città molto particolare e non ci si mette tanto ad integrarsi. Una realtà molto diversa da quella europea. C’è un forte stupore all’inizio perché è tutto diverso, ma poi ti ci abitui.

Come hai vissuto durante look down a New York?

Qui niente si è mai fermato del tutto, anche se ovviamente molte attività hanno chiuso durante il look down e l’industria cinematografica ha subito una battuta d’arresto. Molte produzioni sono state sospese. Ora però tutto sta riprendendo pian piano e spero che New York possa tornare presto ad essere com’era prima.

C'è un attore icona al quale ti riferisci?

No, ci sono tanti attori che mi piacciono e di cui conosco molti film, ma non c’è un modello unico a cui mi ispiro. Credo sia molto importante prendere tutto ciò che c’è di buono da chiunque, soprattutto da chi ha più esperienza e farne tesoro, ma seguire la propria strada.

La tua prima opera come è stata accolta negli States?

Molto bene, è lo short movie “36 Hours in New York”. È attualmente in gara in sei festival, quattro negli Usa e due in Europa, Repubblica Ceca e Slovacchia. In ottobre sarà proiettato il 14 al NewFilmmakers NY e tra il 15 e 18 al Chelsea Film Festival di New York.

Come è nato il progetto dello spettacolo?

Da una mia idea. Volevo creare qualcosa di mio cercando un genere thriller inedito, con tinte noir e con un sottofondo comico allo stesso tempo, senza far sentire troppo il peso della trama al pubblico. Ho dato vita ad uno short movie che vede protagonisti tre giovani ragazzi, tutti e tre molto diversi tra loro, ma ognuno con le proprie necessità e sfide personali da affrontare. C’è un vasto intreccio di segreti tra i personaggi che aumentano la suspense e il mistero che avvolge la storia.

Progetti futuri?

Ne ho diversi, già definiti e non. Nel 2021 sarò protagonista di un one-man show dal titolo “Stellan” che sarà presentato in anteprima al Susan Batson Studio di New York. È uno show che ho scritto e che racconterà in quattro scene la gioventù dell’attore svedese Stellan Skarsgard, noto al pubblico cinematografico per i suoi ruoli in grandi film come Caccia a Ottobre Rosso e Will Hunting - Genio ribelle. In TV ha interpretato Boris, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e capo dell'Ufficio per il Combustibile e l'Energia nell'acclamata miniserie firmata HBO e Sky Chernobyl. Per quest'ultima interpretazione, si è aggiudicato quest'anno, il Golden Globe per il miglior attore non protagonista. Il mio spettacolo vuole mettere in luce il periodo in cui ha studiato presso il Royal Dramatic Theatre di Stoccolma e il suo percorso alle prese con il cammino artistico. Per ora sarà presentato in otto date a New York, ma il mio desiderio è di portarlo in giro negli Stati Uniti, dando vita ad un vero e proprio tour teatrale in diverse tappe.

E' vero che hai lavorato anche come modello?

Si, ho sfilato come modello nelle ultime due edizioni della New York Fashion Week.


Nostalgia dell'Italia?

Sicuramente mi manca la mia famiglia, che vive in Italia, così come la tranquillità che a New York viene a mancare per la vita frenetica che si vive qui. Però la Grande Mela York è una metropoli affascinante e mi piace molto.




(Martedì 29 Settembre 2020)


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