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Una storia semplice di ri-nascita infantile

The Quiet Girl

L’amore non è quello del sangue


di Roberto Leggio


Cáit è una bambina di 9 anni proveniente da una famiglia disfunzionale e impoverita. Con l'arrivo dell'estate e l'avvicinarsi del termine dell’ennesima gravidanza della madre, i genitori decidono di mandare Cáit a vivere da parenti lontani. Senza sapere quando tornerà a casa, la bambina viene lasciata a casa di questi estranei con solo l’abito che indossa. I Kinsella, una coppia di mezza età che Cáit non ha mai incontrato prima, la vestono con vestiti che tengono con cura in un armadio e mostrano verso di lei una grande premura e attenzione. Nonostante una calorosa accoglienza da parte della donna,Eibhlín, l'uomo di casa, Seán, mantiene le distanze da Cáit e lei da lui, ma con il tempo la loro relazione a poco a poco si distende. Giorno dopo giorno, sotto la cura dei Kinsella, Cáit fiorisce e non si sente più invisibile agli occhi degli altri. Ma in questa casa dove cresce l'affetto e non dovrebbero esserci segreti, ne scopre uno.


La semplicità è arte. Volendo lo diceva a chiare lettere anche Sam Mendes in American Beauty con la famosa sequenza del sacchetto sbattuto dal vento. La semplicità è la forza di The quiet girl, strepitoso film 'campestre' di Colm Bairead dove vengono analizzati legami familiari, anche se non diretti. Al centro della vicenda c'è una ragazzina che viene accolta per le vacanze estive da parenti che vivono in mezzo alla campagna irlandese, perché sua madre sta aspettando la nascita del suo fratellino. Qui in una sorta di fiaba terrena impara a dormire tranquillamente, ad allattare un vitello, spazzare la stalla, camminare nel bosco, passeggiare di notte in riva al mare, correre a prendere la posta e comprendere cosa sia la morte. Attorno a lei due figure di riferimento che le insegnano ad essere una piccola donna. Con ritmo lento dettato dai luoghi e dal dilatato passare del tempo; la regia è a volte sfumata, altre volte tattile, che insinua perfino il thriller in un pozzo profondo. Metafora di grande dolore, ma anche di rinascita. Una storia semplice, toccante, con una protagonista d'eccezione (la giovanissima Catherine Clinch) che con i suoi occhi innocenti comprende che a volte la famiglia non è quella del sangue, ma quella capace di sapere ascoltare e soprattutto di amare.

Giudizio: ****



(Mercoledì 15 Febbraio 2023)


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