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Viaggio iniziatico attraverso l’Italia occupata

L'ultima volta che siamo stati bambini

Lontano dall’orrore tre bambini cercano di “aggiustare” la storia


di Roberto Leggio


Roma, estate 1943. Vanda, Italo, Cosimo, hanno dieci anni e nonostante la Seconda Guerra Mondiale e le bombe cadute su San Lorenzo, conoscono ancora il piacere del gioco condividendo i loro combattimenti e assalti alla baionetta con l’amico Riccardo che è ebreo. Quando, qualche settimana dopo scompare all’improvviso, decidono che non possono più aspettarlo. Resosi conto che i tedeschi l’hanno portato via con il treno con altri della comunità ebraica, i tre amici, per onorare il “patto di sputo”, decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberare il loro amico. Si mettono in marcia seguendo la strada ferrata, ma l’ennesima missione entra nella realtà: attorno a loro scoprono un paese stremato dalla guerra, soldati allo sbando, disertori, partigiani e povera gente provata dalla fame. A cercare di raggiungerli, Vittorio, il fratello di Italo, milite fascista che ha subito una ferita; e la suora dell’Istituto per gli orfani che ospita Vanda.


Prossimo alle commemorazione degli ottanta anni del rastrellamento degli ebrei di Roma, Claudio Bisio (debuttante alla regia) compie un semi miracolo. Lontano dalla sua salace comicità, gira un film all’apparenza per bambini, ma nella sostanza per adulti, tratto dal bel romanzo di Fabio Bartolomei. Racconta in maniera fiabesca le brutture dell’occupazione di Roma (e le sue conseguenze) da parte dei nazifascisti, mentre quattro bambini giocano alla guerra. Scherzano, muoiono per finta, si vogliono bene e hanno sentimenti divergenti nei confronti del buco nero in cui era collassata l’Italia, ma lo fanno con grande lealtà. Attraverso un viaggio iniziatico (che assomiglia di molto a quello di Stand By Me), Bisio racconta una storia semplice di tre ragazzini che vanno alla ricerca di un loro caro amico ebreo sequestrato dai tedeschi nella nefasta giornata del 16 Ottobre 1943. La strada che percorreranno, insegnerà loro da che parte stare e aprire definitivamente gli occhi sul quel mondo che era, ma anche (e soprattutto) su quello che verrà. Evitando di mostrare l’orrore di quei tempi passati: il film fila via poetico e toccante riescendo a mischiare la commedia con il dramma come facevano i vecchi autori del Neorealismo, spalancando una finestra ad un passato che non dovremmo scordare mai. Bravissimi i quattro giovani interpreti, vivacemente espressivi che con una edulcorata visione della realtà, filtrano con fantasia quell’Italia sbagliata, malata dalla tirannia, in quanto la loro presa di coscienza (e di altri pochi) diverrà la libertà di tanti .

Giudizio: ***



(Lunedì 9 Ottobre 2023)


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