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![]() La speranza in una biografia "simbolo". Cinderella Man Il gladiatore sale sul ring di Roberto Leggio Jimmy Braddock è un irlandese qualunque. Una brava persona che per mantenere la famiglia fa il pugile. Ha la forza ed il coraggio di un leone che gli permettono di avere un grande successo sul ring. Ma siamo alla fine degli anni ’20 e la Grande Depressione è dietro l’angolo, pronta a travolgere ogni certezza. La crisi ed il caso (dopo un incidente ad una mano) lo costringono ad andare a scaricare casse nel porto di New York e sopravvivere con la moglie ed i figli in un sottoscala freddo e senza luce. Ma, nonostante il dolore, la fame e la miseria; Braddock ha una dignità così forte da permettergli di recuperare la forza e sfruttare l’occasione per risorgere dalle ceneri e risalire sul ring a combattere per se stesso e per il titolo mondiale. La macchina da presa (come si penserebbe per un opera del genere) non si sofferma sulle spettacolari azioni di boxe, quanto sulla disperazione amara delle lunghe file per la ricerca di un posto di lavoro o sulla richiesta di elemosine a chi gli fu amico, facendo riflettere che il benessere di una persona non è un diritto acquisto. Non per nulla Russel Crowe (ancora in un ruolo azzeccato, dolente e carnale), a cazzotti si riprende la dignità di uomo. Ma anche se la storia è ambientata nel periodo più difficile degli Stati Uniti, i suoi pugni sono indirizzati al presente. E non ci vuole molto a capirlo. Sono anni di guerra, di incertezza nel futuro e l’amministrazione Bush non sembra avere la ricetta giusta per uscire dal tunnel.
(Giovedì 15 Settembre 2005) |
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