 Il produttore è ottimista sulle sue vicende giudiziarie. Vittorio Cecchi Gori Annuncia che produrrà "Il ballo della Vittoria".
di Oriana Maerini Roma. “Tutta la verità verrà a galla e tornerò a produrre 12 film all’anno come ai tempi d’oro”. Vittorio Cecchi Gori, rinvigorito dalle recenti soluzioni positive dei molti contenziosi giudiziari che lo affliggono torna sulla scena. Lo fa a casa sua, nella splendida residenza di Palazzo Borghese, davanti a giornalisti e telecamere. Aiutato dai suoi avvocati traccia un bilancio dell’intera vicenda che lo ha travolto, quattro anni fa, e illustra le strategie future di imprenditore. Ha l’ottimismo di un uomo che, sentendosi ingiustamente accusato, aspetta tranquillo lungo il fiiume, come nel celeberrimo proverbio cinese, il passaggio del cadavere del suoi nemici. Risponde calmo alle domande e parla di tutti i suoi guai: dalla vicenda della Fiorentina, alla bancarotta fino alla recente vicenda della vendita all’asta dei suoi cinema romani.
Riuscirà a mantenere la proprietà delle sale romane che erano state messe all’asta? Si, è stato raggiunto un accordo con la società immobiliare detentrice dei crediti. Non solo rimarrò proprietario di tutte le mie sale ma intendo anche migliorarle. E’ prevista, ad esempio, la realizzazione di altre due sale all’Adriano.
Si sente una vittima? Si, mi sento una vittima del sistema, non di una particolare parte politica. Io ero a capo di un gruppo florido: ho creato delle reti televisive per dare più impulso al cinema. Vendevo a Berlusconi ed alla Rai dei grandi pacchetti di film. Tutto andava bene fino al “golpe del 2001” quando sono stato trascinato nel fango. Io sono una persona onesta, forse un po’ fanciullesca che crede nella giustizia. Bisogna solo aspettare: quelli che hanno fatto del male a me lo faranno anche ad altri ed allora la verità verrà a galla. Ad esempio il giudice Pulica che ha dichiarato il fallimento della Fiorentina ora è sotto inchiesta per il caso "fallintopoli"…

Lei è stato senatore, si ricandiderebbe? Si, se avessi una proposta. Forse oggi, con le esperienze che ho vissuto, farei il senatore con più attenzione di prima. Oggi l’Italia dovrebbe essere capitanata dal partito delle persone perbene, al di là della destra e della sinistra.
Tornerà a produrre film come prima? Si, voglio tornare a produrre come prima anche se non ho mai smesso neppure in questi anni difficili. Prossimamente produrrò il film "Il ballo della Vittoria" tratto dal libro omonimo di Antonio Skármeda,lo stesso autore de “Il postino.” Credo che il cinema italiano abbia bisogno di storie esportabili che parlino della nostra cultura mediterranea ma che abbiamo un respiro internazionale. Non dico che dobbiamo fare le “Guerre Stellari” come gli americani ma neppure rinchiuderci in storie troppo minimali. Io mi indirizzo verso i grandi autori della letteratura sud americana. Ho chiesto a Marquez di vendermi i diritti di “Cent’anni di solitudine” ma ha rifiutato. Secondo lui è un romanzo troppo complesso e nessuno riuscirebbe a trasporlo bene al cinema.
A che punto è il progetto? Ci stiamo lavorando e inizieremo a girare entro la fine dell’anno. Purtroppo quest’ultima vicende della messa all’asta delle sale ha ritardato la preparazione del film. I personaggi principali sono tre: un uomo maturo, uno giovane ed una donna. Sto pensando di ingaggiare Andy Garcia o Bardem per il primo. Il regista potrebbe essere Ricky Tognazzi o Michael Radford. Il film sarà interamente girato in Cile.
Che storia è? Il film narra la storia di un giovane che vuole vendicarsi delle ingiustizie della società dopo essere stato ingiustamente accusato di un furto. Uscito dal carcere per un'amnistia, prepara un colpo clamoroso insieme a un famoso maestro in rapine. Ma i sogni artistici di una ballerina, la forza dei sentimenti e dell'amicizia piegheranno il loro destino verso imprese più nobili.
Recentemente l’abbiamo vista recitare in uno spot. Vuole fare l’attore? Assolutamente no, quella era una comparsata che ho fatto per non far perdere il lavoro a Valeria. L’ho fatto per lei, non potevo sottrarmi. Ma non ripeterò l’esperienza.
(Sabato 15 Ottobre 2005)
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