 Steve Martin impersona l'ispettore Clouseau La pantera rosa Si ride, ma rimpiangendo Peter Sellers
di Piero Nussio Nel film Sulle orme della pantera rosa di Blake Edwards (Trail of the Pink Panther, 1982), girato con materiali d’archivio dopo la morte di Peter Sellers nel 1980, si diceva "To Peter, the one and only Inspector Clouseau" (“A Peter, l’unico vero Ispettore Clouseau”).
Vedendo il film di oggi, La pantera rosa (The Pink Panther, 2006) diretto da Shawn Levy (regista di Una scatenata dozzina ed altre amenità del genere), la frase mi tornava alla mente.
A dire il vero, mi tornava in mente mentre ridevo. Risate poco raffinate, situazioni della commedia americana scatenata (slapstick), quella farsa che ha tutta una lunga ed onorata carriera oltreoceano. Si va dagli spettacoli itineranti del west, alle comiche finali, e si arriva fino alle Pallottole spuntate, Tutti pazzi per Mary, agli Aerei più pazzi del mondo.

Comicità grassa, e non sempre delicata: «Mi assicura che questa cabina è insonorizzata?» E così il microfono da cui aveva appena finito di cantare la sensuale Beyoncé Knowles si trova a raccogliere i peti che l’ispettore comincia a strombazzare come invasato. Fa ridere. Si, fa ridere, ma non è il massimo della raffinatezza francese.
Blake Edwards, regista delle “Pantere rosa” anni 60-70 è americano. Ma sua moglie Julie Andrews è inglese, e soprattutto è inglese David Niven, per cui il primo film nacque, e Peter Sellers, l’unico, vero, inimitabile Ispettore Clouseau.

Era comicità inglese, quella di La pantera rosa del 1963, subito seguita nel 1964 da Uno sparo nel buio, poi –a lunga distanza, 1975- La pantera rosa colpisce ancora, La pantera rosa sfida l'ispettore Clouseau (1976), La vendetta della pantera rosa (1978).
E si è sempre tenuta su un tono molto alto. Faceva ridere, talvolta anche in maniera esagerata, ma una gag come quella della cabina insonorizzata non la troverete mai nella produzione di Peter Sellers.
Perchè la troviamo in quella di Steve Martin? Beh, chi è senza peccato scagli la prima pietra... Per esempio, Blake Edwards ha diretto nel 1983 Pantera rosa - il mistero Clouseau con Roger Moore -ex Ivanhoe, ex Agente 007- nel ruolo che era stato di Peter Sellers. Ma in quel film c’erano ancora David Niven, Robert Wagner e Capucine.

Ben peggiore fu Il figlio della pantera rosa del 1993, nonostante il solito Blake Edwards, Roberto Benigni e Claudia Cardinale.
In tutto questo peggiorare, si era salvata solo la pantera omonima, ossia il cartone animato che fin dall’edizione del 1963 accompagnava i titoli di testa dei film della seria, e che acquisì vita propria, con una serie di divertenti cartoni animati.
Ed il tema del film, del grande musicista leggero americano Henry Mancini, che da mezzo secolo imperversa dovunque con quelle note che riproducono il passo felpato della pantera.

Steve Martin è attore degno di cose migliori. Ma, ad esempio, il bellissimo ed amarognolo Shopgirl (2005), di cui è autore –del romanzo e del soggetto- oltre che interprete e produttore, non ha ricevuto né premi né apprezzamento del pubblico. Allora, se i film sofisticati non vanno, se il pubblico ama le farse e vuole farsi quattro risate liberatorie, che male c’è?
L’unico commento: perchè scomodare il fantasma di Peter Sellers e la musica di Henry Mancini? Si poteva chiamare anche “L’ispettore Qualunque” e non sarebbe cambiato nulla. Un’ultima cattiveria. Passi per Jean Reno, che da duro si ricicla nel comico senza infamia e senza lode, ed almeno la spalla la fa bene, ma Kevin Kline che c’entra? I tempi del Pesce di nome Wanda sono proprio lontani...
(Giovedì 23 Marzo 2006)
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