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La nascita di un capolavoro letterario

Truman Capote: a sangue freddo

Oscar al protagonista per l'interpretazione


di Pino Moroni


A cavallo degli anni ’60, in una New York che rassomigliava a Parigi quando era stata luminoso centro del mondo, Truman Capote –come Touluse Lautrec- viveva intensamente la bella vita della Grande Mela.
Il mondo creativo di tutte le arti produceva il meglio, si incontrava in feste, ideava progetti di ogni genere, mescolava le idee in grandi realizzazioni e spettacoli.
Capote, con i suoi articoli sul “New Yorker” e con i suoi racconti e romanzi, ne era il capo del coro.

Raffinato, elegante, gay, innovativo senza remore. Il suo libro “Colazione da Tiffany”, spaccato di quella società vitaiola, creativa e produttiva, fu ridotto cinematograficamente con grande successo da Blake Edwards nel 1959, con le belle interpretazioni di Audrey Hepburn e George Peppard.

Truman Capote


Capote era diventato il personaggio centrale di un’epoca ricca e felice. Ma quando il vero genio, o l’ambizione, spinge la mente alla ricerca del capolavoro, ci si può anche perdere nell’ossessione dei meandri delittuosi dell’animo umano.
Così iniziava per Capote quell’indagine sulla strage di una famiglia –avvenuta in una cittadina del Kansas- perpetrata da due balordi che si chiamavano Dick Hickock e Perry Smith. Arrestati, confessi, e condannati a morte.
Il romanzo “A sangue freddo” che ne venne fuori fu un caso letterario senza precedenti: 37 settimane al primo posto nelle classifiche delle vendite.
Un racconto “non fiction”, ma un romanzo-documento destinato a lasciare il segno –anche come nuovo genere- nella letteratura americana.
Solo un anno dopo la sua pubblicazione Richard Brooks ne fece un buon film, con Robert Blake nella parte di Perry Smith e John Forsyte nella parte dello sceriffo.

Truman Capote, Robert Blake interpreta Perry Smith


Ora l’attore Philip Seymour Hoffman, sulla traccia del libro biografico di Gerald Clarke, ha raccontato la storia dell’indagine lunga sei anni di Capote. Prima accompagnato dall’amica Harper Lee (autrice del romanzo “Il buio oltre la siepe”, che poi divenne un altro famoso film dell’epoca nel 1962 ad opera di Robert Mulligan e per l’interpretazione di Gregory Peck) e poi sempre più risucchiato nell’abisso psicopatico di uno dei due assassini, Perry Smith, divenuto suo amico e confidente.

Il film è illuminato dalla puntuale interpretazione di Hoffman, perfetto nell’identificazione con Capote, prima superficiale nel suo mondo di feste e poi intensissimo nelle sue visite al carcere, fino ad accompagnare al patibolo il suo amico-esperimento.

Philip Seymour Hoffman interpreta Truman Capote


Il regista Ben Miller, che viene solo da documentari, ha saputo raccontare come un autore affermato gli ambienti retrivi di una società ancora provinciale come il Kansas di quegli anni, i fatui e trasgressivi ambienti dalla New York “bene”, e quelli cupi di un carcere. Poi anche i colori di una vacanza sulla Costa Brava, dove Capote completò il suo libro.

Truman Capote aveva scritto molti romanzi, tra cui “Altre voci, altre stanze”, “L’arpa d’erba”, “Musica per camaleonti”, rivaleggiava nei riconoscimenti con Tennessee Williams, e vantava l’amicizia con Marlon Brando e Marylin Monroe.
Introdotto nell’ambiente dal famoso agente e talent scout Irvin Lazara, frequentò la Hollywood del periodo d’oro.
Fu sceneggiatore e scrisse i dialoghi del “Tesoro d’Africa” (John Huston, 1954) con Humphrey Bogart e Jennifer Jones e di “Stazione Termini” (Vittorio De Sica, 1953) con Montgomery Clift e Jennifer Jones.

Truman Capote


C’è un altro film in lavorazione sul mondo di Truman Capote, dopo il successo e l’Oscar guadagnato da questo, e il titolo è –per ora- “Have you heard?”, interpretato da Sandra Bullock e Toby Jones.

I revival di quando c’erano le idee non finiscono mai!


A sorpresa, "Crash"
Gli Oscar 2006
Solo le briciole per Ang Lee e George Clooney
Nessun premio agli italiani in gara.



(Martedì 4 Aprile 2006)


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