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Edizione italiana con musiche di Elio e le Storie Tese

Terkel in trouble

Campione d'incassi in Danimarca


di Mirko Lomuscio


La vicenda narra di Terkel, un ragazzo che frequenta la prima media in via delle Schiacciatine. La sua classe è costellata di bizzarri personaggi, tra cui il suo amico Jason, ragazzo sgarbato quanto misterioso che porta sempre con se una sbarra di ferro, ed i due “bulletti” Sten e Saki, che prendono in giro tutti, soprattutto la sensibile ed obesa Doris. Ma anche il mondo adulto che lo circonda non scherza, infatti, oltre ai due strani genitori, ci sono Stewart, zio ubriacone che gli procurerà più di un guaio, ed il nuovo, estroverso professor Gunnar, profondamente ecologista. E la vita di Terkel subirà una macabra svolta dal momento in cui comincerà a ricevere minacce di morte da un misterioso sconosciuto.

Cartone animato campione d’incassi in Danimarca, Terkel in trouble approda nelle nostre sale cinematografiche con un’edizione italiana a cura del noto gruppo musicale Elio e le Storie tese, con la partecipazione vocale di altri nomi famosi dello spettacolo tricolore, come Lella Costa e Claudio Bisio (doppia il padre di Terkel, che per tutto il film pronuncia solo la parola “No”).
Però, non fatevi ingannare dal genere, in quanto, tra linguaggio scurrile e cattiveria, quello che abbiamo davanti è un prodotto esclusivamente per adulti, o, meglio ancora, adatto ai maggiori di quattordici anni. Basterebbe citare la sequenza del suicidio di uno dei personaggi, il quale, cadendo dall’alto, provoca un notevole spargimento di sangue e budella, come negli splatter-movies più esagerati, o i pestamenti al limite dell’assurdo, con orecchie staccate a morsi e schizzi di emoglobina che escono dalla bocca.

Le voci dall’accento milanese di Elio e soci conferiscono al cartoon uno dei più adeguati adattamenti italiani che si siano mai sentiti, traducendo inoltre le canzoni del film, tra le quali spicca l’esilarante Banane giganti; ma, considerate le premesse, risulta difficile credere che il lungometraggio sia stato definito come opera educativa per i bambini, anche se diverte, con una strizzatina d’occhio a South park, grazie al saggio uso di uno humour nero che arriva ai suoi massimi livelli quando tutti se ne fregano della persona che si è appena tolta la vita, scoppiando invece in una risata liberatoria.
Possiamo comunque affermare che, tra bullismo, alienazione nelle scuole e la maniacale ossessione nei confronti del rispetto per la natura, Terkel in trouble finisce per sfoggiare una morale a favore dell’evoluzione tecnologica, riuscendo a strappare non poche risate, attraverso 77 minuti adatti soprattutto a coloro che lo humour lo preferiscono al vetriolo.
Bambini esclusi, ovviamente.


giudizio: *



(Venerdì 7 Aprile 2006)


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