 Commedia sentimentale con gag esilaranti Ti lascio perchè ti amo troppo Il nuovo film di Francesco Ranieri Martinotti
di Samuele Luciano  Il salto dal palco del cabaret al set cinematografico è toccato a molti miti della comicità nostrana, anzi, ai talenti più diversi: da Abatantuono a Villaggio, da Pozzetto al recente Franco Neri, da Pieraccioni all’indimenticato Massimo Troisi. Di quest’ultima maschera napoletana il film “Ti lascio perché ti amo troppo” rievoca alcune atmosfere, e non a caso, considerando che il produttore Mauro Berardi vanta al suo attivo film come “Ricomincio da tre” e “Non ci resta che piangere”.
Protagonista del film è Mariano, interpretato da un brillante Alessandro Siani, (comico di punta dell’attuale cabaret partenopeo) il quale viene mollato dalla sua ragazza Daniela (Maria Mazza) perché dice “lo ama troppo”. L’inizio del film punta dunque sul paradosso e mette in moto una serie di episodi grotteschi sulla vita del giovane napoletano, nell’ambito del lavoro e della vita familiare, che culmineranno con la catarsi di un nuovo amore Ana Paula (Mariana Braga), questa volta “normale”, o più semplicemente, vero.
La forza del film sta tutta nella sua semplicità e nelle gag esilaranti, ma sempre garbate di Siani e delle sue due spalle Francesco Albanese (anche coautore della sceneggiatura) e Lello Musella, quest’ultimo una vera icona magica che sarebbe potuto uscire da un disegno di Fellini. Al regista Francesco Ranieri Martinotti (David di Donatello per Abissinia) il compito di girare una commedia che evita una Napoli tutta sole e belle giornate, soffermandosi su una cultura popolare ancora oggi abbastanza refrattaria ai modelli esterni, che ironizza e non si prende mai troppo sul serio, che va piano, va sano, anche se non arriva chissà dove…
Siani, molto bravo sui suoi cavalli di battaglia (la scena in discoteca, l’interazione coi famigliari, i giochi di parole), convince discretamente quando tenta, per commuovere, di trattenere le parole in gola. Colonna sonora molto bella grazie alle musiche di Sal da Vinci.
giudizio: * * *
(Venerdì 14 Aprile 2006)
Home Archivio  |