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Action movie troppo "buonista"

Firewall - Accesso negato

Harrison Ford nei panni di uomo in un mare di guai


di Francesco Lomuscio


Regista, tra l’altro, di Riccardo III (1995) e Wimbledon (2004), Richard Loncraine torna dietro la macchina da presa con Firewall – Accesso negato, pellicola che, come il recente Hostage (2005) di Florent Emilio Siri, parte da una situazione di sequestro. Quello della moglie ed i due figli di Jack Stanfield, interpretato da Harrison Ford, specialista di sistemi di sicurezza per il computer cui si deve la progettazione della complessa rete che protegge i depositi della Pacific Landrock Bank dalla minaccia costante degli hackers. Banca da cui ora lo spietato ladro Bill Cox, con il volto di Paul Bettany, che dall’inizio dell’anno sta monitorando la vita della famiglia Stanfield tramite un vero e proprio arsenale di videoregistratori e microfoni con antenna parabolica, vorrebbe sottrarre 100 milioni di dollari. Quindi, con la vita dei suoi familiari in pericolo, Jack si trova costretto a trovare una falla nel suo stesso sistema di sicurezza per trasferire i fondi su un conto estero, incriminando se stesso e cancellando ogni traccia elettronica dell’esistenza di Cox. E, con un cast che comprende anche Virginia Madsen e gli ottimi Robert Forster e Robert Patrick, entrambi passati negli ultimi anni per le mani di Quentin Tarantino (il primo con Jackie Brown, il secondo con Dal tramonto all’alba 2, di cui l’enfant terribile di Hollywood è il produttore esecutivo), i minuti scorrono via come se niente fosse, mentre tutto è sotto controllo e Jack si trova ad affrontare non pochi imprevisti ed ostacoli; finché, come il presidente James Marshall interpretato dallo stesso Ford in Air force one (1997), non si scatena in un’esplosione di vendicativa violenza da nostalgia del machismo reaganiano.


Unita ad una regia piuttosto classica, la quale avrebbe almeno necessitato di un montaggio alla David Richard Ellis (regista di Cellular, per intenderci), è proprio la brevità di questo momento a rientrare tra gli aspetti negativi del prodotto in questione. Loncraine, infatti, che non risparmia neppure un piovoso omaggio a Blade runner, privilegia un certo, efficace cinismo verbale, ma sembra poi frenarsi sulle dosi di cattiveria visiva e, soprattutto, morale (non viene ucciso neppure il cagnolino di Jack!), elemento che, ben dosato, ha permesso di fare centro a veri e propri capolavori del cinema d’azione come i tre Die hard, e che riduce invece ora la sua ultima fatica ad un guardabile ed adrenalinico elaborato che non aggiunge niente di nuovo né al genere, né alla carriera di Harrison Ford.


giudizio:* *


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(Venerdì 28 Aprile 2006)


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