 La rassegna dove si sono visti nuovi talenti in rosa I Corti di "A corto di donne" La selezione di Cinebazar
di Oriana Maerini  Frequento i festival cinematografici da oltre 15 anni, dai più piccoli ai più acclamati, ma non mi era mai capitato di visitare una rassegna dove si è respirata un'atmosfera di reale armonia fra le registe delle 48 opere presentate. Sarà, forse, per la mancanza di un concorso o per la tanto decantata "sorellanza" fra donne o grazie alla cordialità degli organizzatori, ma nei tre giorni della manifestazione "A corto di donne", che si è svolta a Pozzuoli dal 2 al 4 giugno, ho potuto assistere ad un raro esempio di sinergia artistica fra le partecipanti. Alcune registe erano neofite in campo cinematografiche, altre erano invece già dotate di grande esperienza ma non si avvertiva nessuna discriminazione. Licia Maglietta, che è stata la madrina della manifestazione, ha dicharato che una rassegna dedicata al cinema femminile può far sentire le donne "come in una gabbia". Non sono d'accordo questa kerrmesse è stata per le giovani autrici una vera occasione, un banco di prova che forse in una rassegna generalista non avrebbero mai potuto avere.
Ho scelto, per ovvie ragioni di tempo e di spazio, di segnalare, con brevi recensioni, solo alcuni, di diverso genere, dei 48 corti visionati. Quelli che più hanno colpito, a vario titolo, la mia sensibilità critica. Un modo per creare una piccola vetrina a questo genere di opere cinematografiche molto spesso misconosciute dai media.

Una scena di Shout
SHOUT
Regia: Ilaria Godani Soggetto: William Naraine Sceneggiatura: Ilaria Godani Interpreti: Francesco Martino, Giuliano Oppes, Cateno Ernesto Tornabene Fotografia e montaggio: Daniele Fauretto Genere: Fiction Roma 2006 – 9’, Mini DV
Ilaria Godani dimostra con questo piccolo film di possedere una solida formazione in campo cinematografico (la regista che è al suo secondo corto ha realizzato anche videoclip musicali). Shout è un corto incisivo, chiaro, senza sbavature né di sceneggiatura né di regia. Originale la storia che fa incrociare, in una mattina d’estate, i destini di tre giovani vite cambiandone drasticamente il percorso. Un ragazzo che ha deciso di suicidarsi sale su un taxi. L'autista cerca di dissuaderlo ma viene assalito e perde il controllo dell'auto. Un giovane uomo viene investito ma il caso vuole che il biglietto d'addio dell'aspirante suicida venga trovato vicino alla vittima... Professionali gli attori ed ottimo il ritmo.

Una scena di Anas..Anas! ANAS… ANAS! Sogni di rivoluzione di un ragazzo palestinese a Nesfjibil
Regia: Anita Mosca Soggetto e sceneggiatura: Anita Mosca, Omar Suleiman Fotografia: Anita Mosca Montaggio: Fortuna Avallone Postproduzione: Ronzinante Visioni Genere: Fiction Napoli 2006 – 13’, Mini DV
Qui sono il tema sociale e il coraggio della giovane regista che esaltano l'opera cinematografica. Anita Mosca si è spinta a girare in Palestina, nei territori occupati, per raccontare una storia semplice ma emblematica della condizione di un popolo. Ha scelto di non far vedere sangue e violenza ma la quotidianità di un ragazzo che vuole solo continuare a vivere nella sua terra. Ecco la trama: Anas è un adolescente e vive in un piccolo villaggio in Palestina, Nesfjibil. La sua giornata scorre tra gli impegni scolastici, le preghiere alla Moschea e le mansioni affidategli dai genitori. Ma c’è spazio per i sogni. Una casa di pietra, antica ed abbandonata, in passato la più bella del paese, appartenuta un tempo alla sua famiglia è il rifugio del giovanissimo Anas, che sogna, sogna, sogna…
Nonostante le difficoltà di girare in luoghi disagiati la qualità dell'immagine è buona. La cinepresa digitale segue il ragazzo seguendo il filo dei suoi pensieri. Il film è un'opera neorealista con un tocco di romanticismo (il sogno di sposare la ragazza) che merita attenzione.

Una scena di "Investimento garantito" INVESTIMENTO GARANTITO
Regia: Sara Ristori Soggetto e sceneggiatura: Sara Ristori Interpreti: Sara Ristori, Simone Bernasconi, Betta Ferrando, Katia Goldoni Fotografia e montaggio: Sara Ristori Musica: Simone Bernasconi Genere: Fiction S. Benedetto del Tronto (AP) 2005 – 5’, Mini DV
Investimento garantito è, a mio avviso, il corto più divertente della rassegna. Parte dall'idea geniale (morettiana?) di costruire un film a partire dalla propria esperienza. Una sorta di metacinema in cui Sara Ristori ci descrive il mondo del cinema narrando le sue disavventure lavorative di montatrice precaria. Lei ci fa ridere descrivendo la condizione, per altro condivisa dalla maggior parte dei ragazzi italiani, di chi, pur non riuscendo a mantenersi economicamente, lotta per restare a galla proponedo espedienti che mettono in gioco l'incolumità fisica.
L'opera è notevole soprattutto per il ritmo dato dal montaggio. La Ristori, poi, è insuperabile nel raccontare se stessa! Il corto, nonostante la povertà dei mezzi, è notevole perchè sancisce il trionfo della supremazia dell'idea.

Una scena di "Prodotto" PRODOTTO
Regia: Viola Pinzi Soggetto e sceneggiatura: Viola Pinzi Interpreti: Anna Amato Fotografia: Franco Gugel Montaggio: Daniele Longo, Andrea Campus Genere: Fiction Sovicille (SI) 2005 – 10’, Mini DV
Questa è un'opera sofisticata, un esercizio di stile. La regista si è laureata con una tesi su Eric Rohmer e il suo cinema testimonia la passione per questo autore. La regia è minimalista e il messaggio inconfondibile. Viola Pinzi sceglie l'assenza di dialogo per stigmatizzare l'angoscia di una donna che vive in mondo ricostruito e assillato da un incubo: i prodotti alimentari della sua dieta. Un registro che riesce bene a trasmettere allo spettatore il vicolo cieco in cui è sprofondata la protagonista. L'espediente finale (lo scontro con una passante con il gelato) sembra donare uno sprazzo di luce al buio della solitudine e della crisi.

Una scena di "Interno sei" INTERNO SEI
Regia: Rossella Piccinno Soggetto: Rossella Piccinno Sceneggiatura: Rossella Piccino, Stefania Pollastri Interpreti: Stefania Pollastri, Antonella Bianco, Luca Casalino Fotografia: Giorgio Giannoccaro Genere: Fiction Bologna 2005 – 11’, Mini DV
Rimaniamo in tema di crisi esitenziale anche con Interno Sei. Il corto descrive, infatti, la condizione emotiva di una ragazza sola, scappata dal proprio passato ed estranea alla sua vita presente che decide di scomparire in un anfratto della propria camera. Un'opera dai toni surreali che fa venire in mente, per i dialoghi interiori su cui si basa il vissuto narrativo del personaggio, il celeberrimo "Angeli sopra Berlino" di Wim Wenders. Non so se Rossella Piccino, giovane regista salentina, abbia voluto omaggiare il maestro o se si tratti di una traslazione inconscia, ma il suo angelo-visione rannicchiato sotto il mobile ricorda tanto la tenerezza dei personaggi wendersiani. Ottima prova, considerando anche che si tratta della prima esperienza dietro la macchina da presa. Con qualche piccolo taglio di montaggio sarebbe un'opera perfetta nel suo genere.

Una scena di "La tecnica dell'ascensione" LA TECNICA DELL’ASCENSIONE
Regia: Paola Randi Soggetto: Paola Randi Interpreti: Gabriella Fontanesi Fotografia: Roberta Allegrini Montaggio: Fulvio Molena Genere: Fiction Roma 2005 – 5’, 35 mm
Questo film è stato come un colpo di fulmine: innamoramento istantaneo. Sarà per la vecchina un po' curva di Kieslowskiana memoria, sarà per l'estetica della regia ma "La tecnica dell'ascensione" è, per me, un corto adorabile. L'essenza stessa del genere: metafora forte, incisività registica e sintesi narrativa. Una freccia che arriva al cuore senza preamboli. La trama è molto succinta: una signora con due sacchi della spesa entra in un palazzo. Comincia a salire le scale. Rampa dopo rampa raggiunge la sua meta che non è ciò che ci si aspetta… La colonna sonora sarcastica (la canzone alpina "La montanara") confonde un po' il messaggio profondo del film che è dedicato alla memoria della mamma della regista. L'esperienza professionale di quest'ultima (ha realizzato già 12 cortometraggi) emerge totalmente nell taglio delle inquadrature e nella tecnica di montaggio. Paola Randi è un nome che i produttori farebbero bene a tenere d'occhio!

Una scena di "Ultimo regalo" L’ULTIMO REGALO
Regia: Sabina Erimacea Soggetto e sceneggiatura: Sabina Erimacea Interpreti: Leo Mantovani, Sebastiano Caldart Fotografia: Alessio Valori Produzione: Luca Dal Molin per “Voice” Genere: Fiction Padova 2005 – 11’, 35 mm
Professionalmente impeccabile (soprattutto montaggio e fotografia) "L'ultimo regalo" si distingue, però, anche per lo stile narrativo inconsueto. E' una favola nera contro il Natale dei grandi, quello delle immense abbuffate e dei regali inutili. La festa è vista in "soggettiva" attraverso gli occhi di un bambino che vuole il miracolo di un mondo meno ipocrita e per questo chiede di far sparire la realtà. Questo è, forse, l'unico film della serie che ha un vero produttore alle spalle (Luca Dal Molin) che ha avuto la lungimiranza di credere nel valore dell'opera.
(Sabato 17 Giugno 2006)
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