 Thriller a tinte sociali Il colore del crimine Nel cast Samuel L. Jackson e Julianne Moore
di Oriana Maerini Tratto dal romanzo Freedomland di Richard Price il film narra la vicenda di Brenda Martin (Julianne Moore), una donna che si presenta in stato confusionale al pronto soccorso del Medical Center di Dempsy e dichiara all'ispettore di turno (Samuel L. Jackson) che un uomo di colore l'ha trascinata fuori della propria auto dove dormiva, sul sedile posteriore, il figlioletto di quattro anni. Il bambino sarebbe quindi stato rapito insieme al furto dell'auto. Da qui inizia una caccia all'uomo (nero) ed una frenetica corsa per ritrovare il bambino che si avvale anche dell'aiuto di un'associazione di sostegno per le mamme che hanno perso il loro bambino. Ma l'ispettore ha dei dubbi sulla verità dichiarata dalla donna e segue una sua pista. Bisogna subito dire che Il colore del crimine è sicuramente un noir diverso dagli altri che mixa due colori forti: il giallo e il nero. Accanto alla suspence derivata dalla caccia al rapitore il regista Joe Roth affianca, infatti, una vicenda sociale di conflitto razziale fra bianchi e neri. Inoltre il ritmo è troppo lento rispetto alle esigenze di genere e il film diventa a tratti, soprattutto nel rapporto fra la donna e il poliziotto, quasi intimista. La sceneggiatura, opera dello stesso autore del libro da cui è tratta, Richard Price, impegna gli attori in lunghi monologhi tradendo un'impostazione troppo teatrale. Sicuramete sarebbero stati provvidenziali gli inevitabili tagli e aggiustamenti rispetto al libro.

La pellicola non riesce, quindi, a trovare il giusto registro e lascia lo spettatore un po' sperduto, alle prese con una storia alquanto pasticciata. Anche i due mostri sacri cioè Samuel L. Jackson e Julianne Moore sembrano fuori ruolo. Il primo si ritrova ad interpretare un detective un po' troppo paternalistico verso la sua assistita. Un uomo di colore che ha fatto strada ma che si vede costretto a fare i conti con la mancata integrazione della sua gente e perfino di suo figlio. Julianne Moore anche se brava nel ruolo di una donna allo sbaraglio con problemi di droga e cattivi rapporti familiari, appare esageratamente lacrimosa e sopra le righe.

A questo punto lo spettatore si domanda: che film voleva fare il regista? Una pellicola sociale che mostra disordini degni delle rivolte di Chicago o Los Angeles anni’60. Quindi un film di denuncia alla Spike Lee o una pellicola sulla confusione mentale delle mamme (viene in mente il caso Cogne) che tentano di allontanare il ricordo del loro delitto inventando storie diverse? Il finale, poi, è caricato da un eccesso di sentimentalismo (la Moore dichiara il suo amore all'agente perchè è l'unico che rivolge parole dolci) che risulta essere come i famosi cavoli a merenda. Nel cast citiamo altri attori degni di nota: Edie Falco, la Carmela de I Soprano, Ron Eldard, William Forsythe e due star emergenti come Anthony Mackie (Million Dollar Baby) e Aunjanue Ellis.
giudizio: *

(Lunedì 17 Luglio 2006)
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