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Riascoltando in TV le note del “Deguello”

Rio Bravo

Sul finire degli anni ’50 un grande classico del western


di Pino Moroni


In un periodo di stanchezza del film western e prima che Sergio Leone lo rinnovasse con la sua visione neorealistica, il grande regista Howard Hawks dirige un capolavoro di equilibrio e di approfondimento del filone: “Un dollaro d’onore” (Rio Bravo, 1959).
Dà al film un senso eroico ma uno svolgimento minimale, in contrapposizione alla tendenza hollywoodiana di rendere tutto colossale, di contestualizzare tutto al bisogno del grande spettacolo.

Un dollaro d'onore


Del resto la tentazione del colossale è rafforzata anche dal progresso tecnologico: è il momento del balzo in avanti della tecnica cinematografica, che arriverà –con il Cinerama- alla triplicazione delle riprese e della proiezione.
Massimo esempio del periodo è il film a tre mani (Henry Hathaway, John Ford e George Marshall) La conquista del West (How the west was won, 1962) che è la summa del filone western, dai primi pionieri fino alla costruzione della ferrovia del Pacifico, attraverso le battaglie della guerra civile.
Celebrazione magniloquente, ma finale, di una epopea.

Un dollaro d'onore


In Rio Bravo Hawks rinchiude invece il West nei teatri di posa, tra un saloon ed una prigione, e punta al capolavoro di perfezione, tutto permeato di nostalgia, orgoglio e morale tradizionale, in contrapposizione al suo Fiume rosso (Red river, 1949), tutto girato al seguito di una mandria nelle grandi praterie del West, affrontando dinamicamente i grandi temi del genere.
“Rio Bravo” è un western decadente, ambientato in un paesino del Texas senza storia, ma vi emergono personaggi statuari nella loro naturalezza, senza alcuna epicità, ma con addosso una tristezza profonda.

Un dollaro d'onore


Un tranquillo sceriffo mal pagato, incorruttibile e solitario (John Wayne), un ubriacone in cerca di redenzione da un fallimento familiare (Dean Martin), un vecchio sciancato brontolone (Walter Brennan), una donna vissuta che vuol mettere su famiglia (Angie Dickinson).
Innovinati i “cattivi”, ricchi proprietari terrieri (John Russel e Claude Akins).

Storico il commento musicale con il Deguello di Fort Alamo e con la canzone My rifle, my pony and me cantata a due voci da Dean Martin e dalla giovane rockstar Ricky Nelson.


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(Martedì 22 Agosto 2006)


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