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Storia d'amore con risvolto psicologico

Il velo dipinto

Nel cast Edward Norton e Naomi Watts


di Oriana Maerini




“Il velo dipinto” ci insegna la differenza fra amore e passione. Basato sul classico di Somerset Maugham, è una storia d’amore ambientata negli anni ’20 che racconta di una giovane coppia inglese, Walter (Edward Norton) un medico appartenente al ceto medio e Kitty (Naomi Watts) una donna dell’alta borghesia che si sposano per ragioni sbagliate e si trasferiscono a Shangai dove lei poi si innamora di una terza persona. Quando Walter scopre l’infedeltà della moglie, guidato dalla sete di vendetta, accetta un lavoro in un villaggio remoto in Cina devastato da un’epidemia mortale e la trascina con sé. Questo viaggio cambia completamente il loro matrimonio dandogli un senso, in uno dei posti più sperduti ma più belli della Terra.




La trama stessa ci spiega che la catarsi di una coppia dopo il tradimento può trasformarsi, a volte, nel punto di partenza per la riconquista del traditore e per nascita di un vero amore. Ma Il velo dipinto, film fortemente voluto da Edward Norton che non solo l’ha prodotto, insieme a Sara Colleton, ma ha trascorso cinque anni a trasformare il romanzo in un adattamento per il grande schermo, è qualcosa di più di una semplice storia d’amore. E’ piuttosto un thriller psicologico che diventa un viaggio spirituale al quale i protagonisti approdano dopo un travaglio ed una crescita interiore. Gli splendidi paesaggi cinesi che ne fanno da cornice rendono la pellicola ancora più affascinante grazie alla fotografia patinata di Stuart Dryburghg. Insomma il regista John Curran imbastisce un ottimo prodotto: una commedia drammatica e romantica che, strada facendo, si tinge d’avventura e di spessore psicologico. Il merito va comunque anche all’ottima sceneggiatura di Ron Nyswaner (Philadelphia) e all’ impeccabile recitazione della coppia Norton-Watts. Anche i personaggi di contorno come quello del cinico console britannico interpretato brillantemente da Liev Schreiber sono ben delineati ed analizzati. Forse l’unica pecca di questo film è la lunghezza. Per raccontare una storia di questo tipo forse bastava meno dei 125 minuti impiegati dal regista.

giudizio: * * *




(Sabato 24 Febbraio 2007)


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