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Regia asciutta e pertinente

Edmond

La sceneggiatura è di David Mamet


di Samuele Luciano


La presa di coscienza del proprio andazzo, e di quello del mondo, non sempre porta ad una svolta ascetica, ad una rivincita morale.
Capire che non stiamo vivendo la nostra vita può essere tremendo e renderci addirittura mostruosi, ad onta di grandi sostenitori della rivoluzione esistenziale.
Edmond è un personaggio che non sa più controllare la sua euforia distruttiva dal momento in cui si accorge di non vivere la propria vita.
Il lungometraggio, tratto da un’opera teatrale scritta dallo stesso sceneggiatore David Mamet (Gli Intoccabili, Ronin), illustra un modello occidentale snaturato e impersonale.
L’uomo bianco civilizzato non sa più chi è, si trova ingabbiato in una rete di regole su regole fino a crogiolarsi dentro le stesse: tutto quello che gli rimane da scoprire è di essere in trappola.

Per Mamet non ha importanza la miccia che accende questa scoperta (nel caso specifico si ricorre all’espediente più banale: un’indovina) ma cosa possa succedere dopo, se si rimane dentro questa trappola, da coscienti.
Il regista Stuart Gordon dirige un one man show che evoca sfumature Schraderiane (ambientazione per lo più notturna, discount del sesso ad ogni angolo della città, catarsi nella violenza) il cui climax è affidato quasi interamente alle pupille dilatate e alle rughe incastrate nella faccia del bravo protagonista William H. Macy.
Edmond è perfetto nei suoi dialoghi concisi, nella direzione degli attori, e la regia asciutta e pertinente rende l’opera affilata, al punto da coinvolgere lo spettatore nel disorientamento del personaggio e poi a nausearlo per le reazioni provocate da questo.
Qualcuno l’ha definito un film ad alto contenuto politico pur essendo di tutt’altro genere, probabilmente per l’abilità di trasmettere una cruda critica sociale senza fare retorica.
Joe Mantenga, che interpreta l’uomo al Bar, si limita ad un paio di battute ancora nei panni di Dean Martin (Rat Pack), mentre agita nicotina nell’aria e scotch whisky nel bicchiere.
Julia Stiles (la cameriera) è bravissima a spaventare col suo spavento. Cammeo per Dylan Walsh (Sean McNamara di Nip/Tac) nei panni dell’ispettore.
William H. Macy aspettava da una vita di poter interpretare questo personaggio e lo fa calzando perfettamente la parte, tanto da non lasciare immaginare altro attore al suo posto.

giudizio: * * *



(Venerdì 13 Aprile 2007)


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