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Un thriller di John Stockwell

Turistas

Che non dice nulla di nuovo sul genere "vittime in vacanza"


di Samuele Luciano


Di adolescenti in vacanza allupati e volti al pericolo da un folle entusiasmo, presto interrotto dalla tragedia, ne abbiamo le retine piene, già dai tempi di Jaws di Steven Spielberg.
Negli anni ’70 infatti, esplode la moda del bmovie pieno di smembramenti di carne, corpi trucidati, e inquadrature claustrofobiche che abituano lo spettatore ad un tipo di voyeurismo di cui non ci libereremo più. Ma mentre in alcuni film si insinuava la ripercussione sull’indolenza della borghesia capitalista (Le colline hanno gli occhi), o in più, ci si avvaleva di echi letterari e di una messa in scena eccelsa (come nel succitato “Lo Squalo”), quelli che escono ai giorni nostri sono remake dei remake, o nuovi modi di macellare un malcapitato.



In questo film di John Stockwell (definito gentilmente thriller) non c’è nulla di nuovo a parte assistere all’asportazione di un rene dal ventre sexy di una bella californiana.
Turistas è stato prodotto e realizzato in Brasile ed è qui che è ambientata la storia di un gruppo di occidentali che si immerge nella lussureggiante natura Sudamericana pensando soprattutto a quanto siano bassi i costi della birra e degli alloggi.
Fin dall’incipit dunque, viene subito evidenziata la potenza “economica” nella quale sollazzano i presunti avventurieri sotto gli sguardi inebetiti degli autoctoni. Dopo il ribaltamento del loro autobus e piombati per caso su una spiaggetta isolata, i nostri protagonisti si lanciano all’assalto di un chiringuito per bere il più possibile, ballare e ovviamente…
Non si capisce tra l’atro perché in certi film le potenziali vittime sono persone già di loro antipatiche.
Il mattino dopo, al risveglio dai bagordi i ragazzi si accorgono di essere stati derubati di ogni cosa.
Oltretutto inizia una sinistra caccia al turista, da parte di un chirurgo brasiliano, con tanto di equipe, che vuole rubare gli organi dei ricconi per regalarli ai bambini malati delle facendas.
Tuttavia neanche questa specie di Robin Hood dal camice bianco convince: non è ammiccante, né cinico, né tarantiniano, né malefico, non è. Ci ritroviamo a seguire perciò le vicende di personaggi senza sfumature e tra l’altro dai volti ignoti ai più.
Tuttavia c’è una cosa che impreziosisce l’intera operazione
Molte sono le scene di inseguimento memorabili nella storia del cinema e in Turistas ce n’è una molto peculiare: da manuale la sequenza subacquea in cui a forza di bracciate e in apnea gli inseguiti seminano i loro aguzzini.

giudizio: *





(Venerdì 1 Giugno 2007)


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