 Uno dei migliori film ispirati da Moravia Il conformista Il capolavoro di Bertolucci ha ancora molto da dirci
di Pino Moroni Il conformista è indubbiamente il miglior film tratto dai romanzi di Alberto Moravia. Merito di Bernardo Bertolucci, che nel 1970 (dopo che molta produzione letteraria di Moravia era stata ridotta in film) con il gruppo di intellettuali di cui faceva parte anche Pasolini, approfondisce uno dei temi più cari a Moravia. Quel “conformismo borghese” che ha caratterizzato tutto il fascismo ed è rimasto immutato fino agli anni '60.
Il grande successo di pubblico ottenuto dal film è stato un indicatore di come la società italiana dell'epoca cominciasse a prendere coscienza della sua assuefazione masochista al potere, nero o bianco che fosse. Ma, soprattutto, ci si cominciava a rendere conto della profonda ipocrisia sociale e religiosa che aveva caratterizzato il vivere in Italia in quegli anni, la sua acquiescenza ad un sistema acritico, che era stato pieno di formalismi e di comportamenti aberranti, privi di qualsiasi coscienza morale.

Ne è l'esempio tipico il protagonista del film, con la sua filosofia del quieto e convenzionale vivere borghese. «Voglio essere normale, sposarmi una donna banale e frivola, che mi dia una casa borghese, dei figli, voglio sentirmi come gli altri, fare quello che fanno gli altri». Poi diventerà un agente dell'OVRA, la polizia segreta del regime, ed in viaggio di nozze si recherà a Parigi per uccidere un suo vecchio professore, rifugiato politico.
Il protagonista ricerca l'omologazione sociale, la tranquillità non pensante. Ma è un conformista che ha subito un atto di pedofilia da bambino, che pensa di aver ucciso un uomo, che scopre che la giovane moglie ha avuto per sei anni un amante di sessant’anni, che finisce per far l'amore con la moglie francese del suo professore ed assiste all'uccisione di quest'ultimo e della moglie da parte di killer fascisti. E che si giustificherà nella maniera più aberrante: alla caduta del fascismo sarà pronto a denunciare i suoi vecchi amici e darà finalmente sfogo alla sua latente e repressa omosessualità.

Bertolucci sa rendere emblematica la stupidità di un tipico rappresentante della classe dirigente degli anni ‘30 (Jean Louis Trintignant), la superficialità formale delle false brave ragazze di buona famiglia (Stefania Sandrelli), la violenza ottusa degli agenti dell'OVRA (Gastone Moschin), l'intellettualismo inutile dei rifugiati del regime (Enzo Tarascio).
E sa rendere bene Parigi, piena di atmosfere bohemien anteguerra. Il caffè-balera in cui le mogli si esibiscono in un liberatorio ballo -vagamente omosessuale- non è nient'altro che la balera della bellissima conclusione di Ultimo tango a Parigi (Bertolucci 1972), film cult della liberazione sessuale e del cambiamento del “comune senso del pudore”, che grondava ipocrisia già negli anni '30, ma aveva resistito sui pilastri dello stato e della Chiesa fino agli anni '60.

La sorpresa nel vedere “Il conformista” è l'attualità del tema. Oggi è ancora più forte la voglia di omologazione, non solo nei giovani ma in tutta la classe borghese, o di quella che si sente tale. È una voglia di omologazione all'ignoranza, che rende normali, simili agli altri.
Il conformismo di oggi è l'acquiescenza alle mode, alle idee che il regime televisivo-giornalistico propone quotidianamente. L'informazione che viene proposta è confusa prolissa, contraddittoria e dirompente, ed è tale da non permettere l'attivazione dei riflessi critici. Esempi ne sono i telegiornali, le “soap opera”, i “reality show”. Intanto cresce l'assuefazione alla corruzione, alla falsità, alle mistificazione, alla mercificazione di ogni cosa, sentimenti compresi.

I giovani, che oggi hanno più bisogno e bisogni, sono diventati i più sensibili al conformismo che paga. Ma sono già pronti a compiere ogni nefandezza, come il personaggio di Bertolucci, per ripagare i favori ottenuti da chi ha il potere, e lo gestisce come un regime che deve difendersi dagli oppositori.
E, per mettere a tacere gli ultimi liberi pensatori, si fanno vedere i danni dell'ultima contestazione, li si accusa di non essere democratici e li si vorrebbe far tacere, come gli ultimi inutili idealisti.
(Mercoledì 13 Giugno 2007)
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