 Quasi tutta la sua opera nella retrospettiva del festival Pesaro rende omaggio a Comencini Dalla Ragazza di Bube a Pinocchio
di Roberto Leggio Pesaro – Il festival di Pesaro, è una di quelle Kermesse che servono al cinema. Da quarantatre anni, permette a certi film di provenienza mondiale di avere uno spazio privilegiato, in linea con l’idea (rodata, appunto) di base di Lino Miccichè, che decise di inventare di sana pianta un festival “non per tutti”. In questo senso non si trovano filmoni di grande richiamo, ma piccoli film (o grandi, a secondo di un adagio cinefilo) che difficilmente trovano una distribuzione dignitosa di questo nome Il festival è quindi inevitabilmente intellettuale. Lo è perché le cinematografie ricercate trovano uno spazio, ma anche un modo per essere vedute in una grande piazza, e giudicate da un pubblico variegato, non solo di addetti ai lavori. Così non può meravigliare che, come accade da anni, si possano trovare retrospettive di grandi padri del cinema italiano. Mai però una retrospettiva, qui a Pesaro, ha avuto una rivisitazione così degna. Stiamo parlando di Luigi Comencini, grande autore, grande padre di famiglia (guarda caso, lui che non voleva avere figli, si è ritrovato con una genia di cineasti più o meno bravi); e grande realizzatore di storie tra le più disparate del cinema italiano. Incasellare Comencini come autore di genere sarebbe una bestemmia. Il maestro ha girato di tutto, dalla commedia al dramma sociale, dal noir al documentario socioculturale, ma soprattutto regalando una serie di azzeccatissimi (passatemi il dialettale) film sui bambini. Lo ha fatto ecletticamente come un pittore che passa da varie fasi delle sua arte. Una pennellata qua, una pennellata là, senza un vero senso di continuità. Quasi come un Picasso (forse però il confronto è azzardato) dello schermo. Così riscoprire il suo cinema è rendersi conto di un patrimonio artistico invidiabile. Non per nulla (tranne per qualche titolo negato dalla RAI per la cessione di certi diritti) qui a Pesaro si sono potuti vedere perle come Tutti a Casa (forse il titolo più conosciuto), Lo Scopone Scientifico, La ragazza di Bube, Pane Amore e Fantasia (… e Gelosia), Bambini in Città, Incompreso, nonché molte altre rarità che il tempo aveva purtroppo dimenticato. Come il Pinocchio televisivo, quello con il piccolo Andrea Balestri e Nino Manfredi, un prodotto incredibilmente intelligente, segno di una televisione scomparsa e della quale francamente ne sentiamo la mancanza.

Una scena del film "Tutti a casa"
(Sabato 30 Giugno 2007)
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