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Operazione post neorealista di Varo Venturi

Nazareno

Roma a tinte cupe e neo spiritualiste


di Oriana Maerini


Nato da un’idea biografica (la vera vita di Nazareno Bomba che è anche co-autore del soggetto) Nazareno è un film che si colloca sulla linea di demarcazione che divide il cinema verità e la fiction. Varo Venturi, talentuoso regista vincitore del premio Sacher con il cortometraggio Cosmos Hotel, cresciuto nell’humus del teatro sperimentale e della canzone d’autore si lancia ora, con questo lungometraggio d’esordio, in un’operazione difficile ed interessante. La trama analizza la vita di un trentaquattrenne ex detenuto che conduce una doppia esistenza: infermiere geriatrico di giorno, picchiatore mercenario per il recupero di crediti di notte. L’uomo che fa anche parte di una piccola confraternita cattolica viene scelto da un avvocato che opere nelle alte sfere ecclesiastiche per un importante incarico sulla ricerca dei vangeli apocrifi. Il protagonista, inconsapevole del vero scopo della missione, si ritroverà coinvolto in un terribile trama internazionale. Il film girato in digitale e a spalla, segue il personaggio principale e il suo mondo dicotomatico in modo zavanittiano dando alla pellicola una atmosfera iper- realista che rimanda, soprattutto per le facce e le situazioni, al cinema di matrice pasoliniana.
Questi “ragazzi di vita” che Venturi ha recuperato dalla strada (quasi tutti gli attori non sono professionisti), mettono in scena la realtà delle loro esistenze. Ne risulta così una sorta di post-neorealismo ambientato in una Roma avvolta da atmosfere oscure e neo-spiritualiste, con un incombente cupolone che sovrasta minaccioso la messa in scena quasi a sottintendere poteri occulti e trame inspiegabili.
Il film rischia in certi momenti di risultare incomprensibile allo spettatore soprattutto per colpa di un inestricabile onirismo che avvolge la vita del protagonista. Ma, nonostante questa confusione narrativa e riferimenti poco congrui e quasi oltraggiosi al cinema felliniano (la scena in cui Nazareno viene invitato come un novello Marcello a fare il bagno nella fontana di Trevi), Nazareno è un pastiche postmoderno che trae ispirazione da tradizioni, pratiche alte e basse all’insegna di della memoria storica della nostra gloriosa stagione neorealista. Il basso budget e la inusitata operazione richiamano come lo stesso regista la definisce “la pura follia” di un cinema coraggioso che osa essere giovane e sperimentale.

giudizio: *



(Lunedì 2 Luglio 2007)


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