 Decisione sofferta che ha deluso molte aspettative Il Leone d'oro a Ang Lee A Mikhalkov il Leone speciale per l'insieme dell'opera
di Oriana Maerini 
Venezia porta fortuna ad Ang Lee. A soli due anni da "Brokeback Mountain" il talentuoso regista taiwanese porta a casa il secondo leone d'oro con "Lust, caution", un thriller erotico che ha fatto gridare allo scandalo per le scene di sesso esplicite. Un leone d'oro non facile - accolto da molti fischi al momento della proclamazione - deciso dopo riunioni fiume della giuria composta da sette registi e presieduta da Zhang Yimou.. La lotta finale sembra essere stata quella Lee - Mikhalkov visto che una parte dei giurati (fra cui i nostri Crialese, e Ozpetek) tifavano per il secondo. A molti critici è sembrato, poi, ingiusto che la giuria abbia ignorato un film bello, amato anche dal pubblico, come "In the Valley of Elah" di Paul Haggis. snobbando anche la straordinaria interpretazione di Tommy Lee Jones. Saltati, anche quest'anno, tutti i pronostici della piazza che vedeva come vincitore il film più amato di questa 64.ma edizione: "La graine et le mulet" di Abdellatif Kechiche. I maligni dicono che il peso del presidente, connazionale di Ang Lee, sia stato determinante e fanno notare che Zhang Yimou era presente in giuria anche a Berlino quando Lee vinse con Banchetto di nozze. Che l'estremo oriente da qualche anno a questa parte abbia un ruolo determinante a Venezia è indubbio. Ne sanno qualcosa i giornalisti che lo scorso anno hanno subito l'imbarazzo di veder premiato "Still life" del cinese Jia Zhang-Ke, l'ultimo film in concorso che quasi nessuno aveva visto. Rimane una sola certezza: inutile fare pronostici per i premi dei grandi festival perchè le sorprese sono sempre in agguato.
(Domenica 9 Settembre 2007)
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